BUON COMPLEANNO RAGAZZI
siete stati Bravi ad ONORARE
questo
GIORNO MAGICO…

 

OLBIA-LATTE DOLCE 3-2
Olbia (3-4-3):
Rizzitano; Pani, Lucarelli, Petrone; Arboleda, Staffa, Maspero, Marroni (78’ Cabrera); Yanovskyy (70’ Caggiu), Della Salandra (95’ Marie-Sainte), Costanzo. A disp.: Di Chiara, Antignani, Bertini, Cabrera, Cassitta, Rizzo, Giandomenico. All. Ze Maria
Latte Dolce (4-2-3-1): Marano; Sanna (78’ Barracca), Mudadu, Cabeccia, Pinna; Corcione, Tesio (86’ Orlando); Castro (78’ Pulina); Loru, Kone; Sorgente. A disp.: Panai, Ruggiu, Del Giudice, Pilo, Di Paolo, Piredda. All. Setti
Arbitro: Simone Gambin di Udine
Reti: 55’ Pani, 63’ Kone, 67’ Sorgente, 74’ Staffa, 92’ Costanzo
Note: Angoli 6-7; Amm. Costanzo, Sanna, Corcione, Loru; rec.:1’+6’

Venerdì 12 Gennaio 1906, era il giorno di San Modesto, così ce lo raccontava la Nuova Sardegna di Sassari che, nel numero dell’11/12 gennaio (allora si stampava ogni 2 giorni) ci tramanda il primo vagito della Società Ginnastica OLBIA con questo incipit:

«Anche nel nostro paese, s’è formata una società ginnastica che ha preso il nome di OLBIA. Noi plaudiamo del cuore di questa bella e geniale istituzione, e le mandiamo il nostro sincero e doveroso saluto augurale. Per Dio! era pur necessario che fra mezzo a tanta inerzia, a tanto assopimento di energie si aprisse una palestra, che desse agio alla gioventù di esercitare il corpo, aiutandone lo sviluppo fisico; poiché e sempre vero il vecchio adagio: mens sana in corpore sano. Ed i giovani sono accorsi numerosi ad iscriversi alla nuova società, e già l’Olbia conta circa cento soci».
È vero che i 120 anni della nostra amata, partono dal dicembre del 1905, ma la torta i festeggiamenti e gli auguri si “manifestarono per la prima volta” la mattina di quel Venerdì 12 dicembre di 119 anni fa.
Ed oggi, era davvero la prima domenica BIANCA del 120° anno della nostra storia… NON POTEVATE TROVARE MODO MIGLIORE PER ONORARE E FESTEGGIARE quei primi 100 soci, giovanissimi ragazzi che in quel piccolo borgo marino di poco più di 6.000 anime, resero palpitante una comunità che da allora ha fatto passi da gigante, diventando la principale porta di una Sardegna che si apre e si confronta con il resto della nazione e del mondo intero.
Insomma questa gara della DOMENICA BIANCA, non era una partita qualsiasi, e anche nel campo e nelle emozioni non lo è stata per niente.
Vincere è sempre piacevole e bello, Vincere così all’ultimo respiro con un tiro al 92’ calciato da Costanzo ma pilotato dagli astri, per entrare beffardo ed irridente nella porta avversaria, eppoi San Modesto (il santo di oggi) che salva la festa con il miracolo Rizzitano (all’ultimo secondo) sono segni di un destino che, probabilmente, con oggi ha tracciato un percorso diverso e meno traumatico di quello che tutti paventavamo.
Vincere con il Latte Dolce (ad ora la più consistente compagine del manipolo sardo del girone) non era facile. La prima ed unica volta ci siamo riusciti, proprio nella prima sfida del 10 marzo 2013, con il minimo scarto 1-0 gol di Gianluca Siazzu, il bomber (98 gol in maglia bianca) più prolifico della nostra storia.
Adesso, grazie a voi, siamo in perfetta parità: 2 vinte, 2 pareggi e 2 sconfitte.
Queste sfide, si vincono con il cuore e con la grinta, prima ancora che con il gioco. Di sicuro non sono scomparse tutte le ombre di un recente passato che, tutti noi, ci auguriamo che così (passato) rimanga, c’è ancora tanta strada da fare per ricucire i pezzi di una stagione comunque complicata.
Oggi eravamo persino privi di due pedine importanti, De Grazia e Furtado (8 gol in 2 finora); abbiamo azzardato anche il cambio del portiere (quanta paura al 38’ per quell’offerta a Sorgente dai piedi di Rizzitano) ma… quanti osanna ed alleluia in paradiso per il miracolo finale. Eppoi quel saltellare per rinsaldare l’eterna sfida con i rivali di sempre e ribadire con piacere e gioia la propria olbiesità.
In quella gioia, in quella grinta, in quei balzi di gioventù c’eravamo tutti…vicini e lontani.
Personalmente ho rispolverato i ricordi da ragazzo sugli spalti della Levante, quelli de “la mia banda suona il rock”…

Grazie Ragatzi, ma per favore…
Non svegliate-ci, oh, non ancora
E non fermate-ci, oh, no, per favore, no
Ad Majora,
Tore Zappadu