PAOLO DEGORTES,
L’ALLENATORE FATTO IN CASA
….NON C’E’ PIU’
Anche Tiu Palleddu ci ha lasciato, a 96 anni chiude la porta e trapassa l’uscio inevitabile che delimita il confine tra esistenza e memoria.
È stato per oltre 30 anni una pietra miliare dell’Olbiacalcio. Mister di vaglia, per chi lo incontrava per la prima volta, Zio Palleddu per chiunque avesse dimestichezza con lui, per lavoro o frequentazione. Ho avuto l’onore e il regalo di essergli amico. Da ragazzo, quando frequentavo il Nespoli per le mie prime cronache, o quando ci incontravamo a San Paolo nelle varie iniziative di una comunità parrocchiale straordinariamente prodiga di umanità e condivisione spirituale. Bellissimi furono gli incontri con lui quando lo intervistai per il mio libro Kentannos. Mi raccontò tutto con acume e dovizia di particolari. Aveva una mente fervida ed una memoria inossidabile. Fu una fucina inesauribile di consigli, aneddoti, racconti che, spero, di essere stato in grado di rispettare nell’esposizione complessiva del mio viaggio nei 100 anni dell’Olbia. Ricordo però che in quella e nelle successive occasioni in cui ci capitò di incontrarci, parlammo soprattutto di mio padre, e dell’affetto che aveva unito questi due quasi fedali (papà era del gennaio del ’17 Palleddu di oltre un anno più giovane) innamorati persi per il pallone e per la maglia bianca. Personalmente gli devo tanto anche, per la reciproca stima, e l’amicizia che mi unisce da sempre ai suoi figli, ma con lui che esce di scena è sopra ogni cosa l’Olbia che prova forte il grandissimo bisogno di tirare il fiato e fare, per una volta in suo onore, ciò che egli era aduso fare ogni domenica prima della partita. Ce lo ha raccontato un altro bravo cronista (Alfonso De Roberto) che non c’è più e, con immenso piacere lo riportiamo perché proprio quest’aneddoto, questo suo particolare rituale ed intimo modo di pregare, unito al cordoglio umano ed al dolore condiviso di Pino Scanu e di tutta la società sportiva, sono l’abbraccio affettuoso che l’Olbia1905 fa alla famiglia Degortes, stringendosi con calore speciale attorno al suo preziosissimo collaboratore tecnico, il figlio Gianfranco, responsabile del settore giovanile.
Questo ciò che De Roberto ci raccontò di lui: “L’Olbia viaggia in trasferta per raggiungere San Benedetto del Tronto. Da Civitavecchia c’è un lungo trasferimento fino a scavalcare gli Apennini. Sosta per tirare il fiato a Cascia. Tutti giù dal pullman e Palleddu, di cui è a tutti nota la devozione per Santa Rita, trascina i suoi ragazzi in chiesa. Dopo un po’ gli atleti, alla spicciolata escono e tornano sul sagrato. L’attesa, per la fine della funzione si fa lunga e Bruno Selleri rientra in chiesa per poter dare notizie ai suoi. Quando torna fuori il capitano allarga le braccia sconsolato: “sta pregando ed è appena arrivato ai mediani. Prima che arrivi all’ala sinistra…”
Ciao sereno riposo zio Palleddu,
Tore Zappadu.