Al Mercato, Al Garilli…
in vetrina l’Olbia del… Gambero
Piacenza-Olbia 1-0
Piacenza: Fumagalli; Di Cecco, Pergreffi, Bini (46’ Corradi), Masciangelo; Sebre, Taugourdeau, Della Latta; Scaccabarozzi, Romero, Corazza (78’ Franchi); a disp.: Lazano, Castellana, Ferri, Masullo, Mora, Pederzoli, Zecca; all. Franzini
Olbia: Aresti; Pinna, Leverbe, Iotti, Cotali; Pennington (88’ Arras), Muroni, Feola; Piredda (74’ Senesi), Ragatzu, Ogunseye (84’ Murgia); a disp.: Van der Want, Idrissi, Pisano, Dametto, Manca, Murgia, Arras, Senesi; all.: Mereu
Arbitro: Paterna di Teramo
Reti: 60’ Taugourdeau
Note: corner 9-7; mm. Di Cecco, Muroni e Senesi; rec. 3’ e 3’.
Una delizia (maledetta per noi) del francesino di Marsiglia Antony Taugourdeau, appena rientrato alla corte di Franzini, gela il povero Aresti (e sono due, dopo quella di La Rosa contro Arzachena) e risolve una partita brutta, brutta, ma proprio brutta. Tutta a vantaggio di un Piacenza che, attendeva come il pane, la vittoria da 5 partite e, alla fine, con il minimo sforzo si porta a casa questi importantissimi tre punti.
L’Olbia continua invece la sua campagna di “rianimazione” delle squadre in difficoltà, è generosa e altruista con tutti gli avversari che gli capitano a tiro.
Probabilmente, Sette scoppole consecutive fuori casa (brutte, brutte, ma proprio brutte) non dovrebbero venire così palesemente sottovalutate.
Ogni volta, al di là delle chiacchiere e dei proclami della vigilia, restiamo sempre lì, con le pive nel sacco, a constatare la incapacità di qualsiasi mordente (oggi non ci siamo mai, una volta che una, avvicinati alla porta avversaria), incapaci di qualsiasi idea o qualsivoglia tentativo di riscatto. Senza cuore, senza idee e, stavolta, anche senza palle.
Inutile girarci attorno.
Siamo deboli, deboli, ma proprio deboli.
Anche per un Piacenza che, pur provandoci sempre, ha mostrato tutti i suoi limiti. Non avevamo di fronte una corazzata, eppure alzi la mano chi, guardando questi inutili 96’, non li abbia semplicemente guardati nell’attesa del golletto (su corner, piazzato o mischia, poco importa) che uno qualsiasi degli avanti rossi avrebbe, presto tardi, comunque messo a segno.
Quantomeno fa meno male, sapere che “le roi” come chiamano qui il redivivo Antony, ha fatto un piccolo capolavoro mettendo dentro un piazzato regalatogli, in una posizione invidiabile, da un errore in uscita dell’altro francesino in campo (il nostro Maxime).
Per il resto, per tutto il resto, come descrivere una partita come questa? Meglio non perdere tempo e non provarci nemmeno, perché Noi siamo Stati in completo default, su ogni reparto, su ogni palla e su ogni parte del campo. E, quando cincischiavamo con i nostri svenevoli e snervanti tocchetti orizzontal-arretrati, se ci andava bene vincevamo noi, non a calcio si badi bene, ma semplicemente… a palla prigioniera.
La verità è che se pensiamo di andare avanti così, possiamo anche scordarci una salvezza senza patemi e qualsiasi, anche pur pallido… sogno di gloria.
Il mercato sta andando verso la chiusura.
Tutti, tutti, ma proprio tutti si muovono.
E noi stiamo fermi.
Dopo le critiche oggettive, sulla inconsistenza della panchina, per via di una rosa cortissima, oggi Mereu ha provato a smentirci facendo entrare Senesi per appena 16 minuti, Murgia ed Arras negli spasmi inutili dei ultimi “secondi” finali.
Il Piacenza invece, in questi giorni ha fatto importanti acquisti, e li ha potuti utilizzare (a parte il jolly Pesenti squalificato) e questi nuovi arrivati hanno— deciso l’incontro.
Insomma Tutti si muovono, e noi stiamo fermi…
L’ho già detto e codificato in altre occasioni: Chi si accontenta… Rode.
E, lo confessiamo candidamente, a noi rode, rode tanto, tanto, ma proprio tanto.
Ad Majora, nunc et sempre OléOlbiaolé.
Simprie.