Succede spesso all’Olbia di affrontare un ostacolo davvero insidioso, proprio nel momento meno opportuno.
La quinta volta nella storia: Reggiana-Olbia, 43 anni dopo l’ultima “tenzone”, capita nella settimana più ”movimentata” e tellurica della nostra avversaria, capolista del girone.
Il rettangolo di gioco di Pescara, domenica scorsa, ha sancito un verdetto (vittoria per 2-3 a Pescara) che per gli uomini di Aimo Diana, ex storica guida della sorprendente Renate, è più che importante per il prosieguo del loro cammino verso la serie B.
Ma quel verdetto è stato messo in dubbio (con più una qualche ragione) dalla ipotesi di ricorso degli abruzzesi per un probabile errore tecnico dell’arbitro nell’episodio dell’espulsione del portiere biancoazzurro Di Gennaro per fallo su Zamparo che ha causato anche la corretta, questa sì, assegnazione del rigore decisivo.
Ma quell’errore arbitrale evidentissimo, per chiunque abbia visto l’incontro, non avrà alcun effetto per il semplice fatto che, non sono ammesse prove televisive o testimoniali, in discordanza con il referto arbitrale che, da sempre nel calcio, è più “indiscutibile” della Bibbia o della Legge divina. L’arbitro nel referto ha valutato il comportamento del calciatore Di Gennaro che, come qualsiasi portiere si è tuffato per provare a togliere il pallone dai piedi di Zamparo, “quale condotta gravemente antisportiva”. Così ha sentenziato l’arbitro e tanto basta per chiudere qualsiasi discussione.
Sta di fatto che, la settimana di vigilia dell’ottava giornata, non poteva essere più “adrenalinica” di così per i ragazzi di Diana. Sintomatico il primo commento di Cigarini, uno dei principali e grandi protagonisti di questo splendido inizio di stagione, alla notizia del possibile ricorso: « Ricorso? Rigiochiamola che intanto la vinciamo di nuovo…».
Pescara-Reggiana va in archivio come la prima e, a memoria umana, anche l’unica giocata da sempre nei campionati italiani in cui le 2 squadre hanno dovuto schierare complessivamente  5 portieri. La Reggiana, ha dovuto sopportare il grave infortunio di Venturi sin dalle prime battute della gara, per un durissimo scontro con De Marchi e dovrà rinunciare al portiere titolare probabilmente per un mese. Il Pescara subito dopo l’espulsione di Di Gennaro, avendo finito i cambi, ha schierato in porta il centrocampista Rizzo che, dopo aver subito il rigore del 2-3 finale, ha “ceduto” la porta al difensore Illanes.
Quel che conta è che la Reggiana con la vittoria di Pescara, espugnando l’Adriatico dopo 39 anni, porta a casa la quinta vittoria (quarta consecutiva) su 7 gare sin qui disputate ed affronta la sfida con l’Olbia decisissima a non interrompere questo cammino piuttosto spedito.
È imbattuta, avendo pareggiato le altre due gare: (1-1) con Modena in trasferta e (0-0) con Gibbo in casa. Fino alle 2 reti subite col Pescara (in porta c’era Voltolini al posto di Venturi), gli emiliani avevano subito un solo gol, a Modena, segnato di testa dal nostro ex bomber RobertONE Ogunseye.
Gli intrecci tra i bianchi ed i granata nel tempo non sono stati nè pochi nè irrilevanti.
Quest’estate, per esempio, ha destato molto scalpore la cessione di Ivan Varone al Panetolikos militante nella serie A Greca.
Varone, indimenticato centrocampista del nostro primo anno di D (Era Scanu) 2013-14, è stato uno dei beniamini del pubblico emiliano che ha mal digerito la sua partenza, anche per il suo invidiabile score di 65 presenze 6 gol e 3 assist.
Il più “lontano” ma, per noi, importantissimo trait d’union delle nostre storie è associato al mitico nome di Gustavo Giagnoni.
Il più grande e popolare calciatore di bianco vestito che l’Olbia abbia mai avuto, a 23 anni, dopo 3 stagioni, 71 presenze e 23 gol, lasciò l’Olbia per approdare proprio alla Reggiana del 1955-56, allenata all’epoca da Luigi Grosso, con cui conquistò la promozione in serie C.

Di Bagatti, Boggian e Mammì abbiamo già accennato in un altro pezzo, ma loro non furono, e non sono, i soli “accostamenti” tre le due società.
Visto che con Olbia e Reggiana, si sono intrecciate le storie calcistiche di personaggi come: Totò Vullo, Ermanno Beccati, Ernesto Truddaiu, Giuseppe Accardi, Gianluca Berti, Giorgio Carrera, Armando Pantanelli, Luciano Foschi, Luigino Vallongo, Kolawole Agodirin… solo per citare i nomi che mi sovvengono alla memoria.

Anche sabato pomeriggio al “Mapei Stadium”, nella rosa a disposizione di Diana. ci sarà un’altra gloria bianca di storia recentissima.
Mattia Muroni, classe ’96 (uno dei più giovani a disposizione del mister), fa già parte della struttura portante della graduatoria storica dei nostri Alfieri visto che con le sue 118 presenze è 1 gol è già uno dei 67 giocatori con più di 100 presenze in carriera.
La Reggiana di questa stagione è stata “ristrutturata” e costruita per recuperare al più presto la serie B. Ha puntato tutto sull’esperienza e l’affidabilità, e non è un caso che la sua media di età (29 anni) sia la più alta, tra tutte le rose del girone.
Dei 25 giocatori fin qui utilizzati ben 15 hanno militato con onore almeno in serie B.
Luca Cigarini, 35 anni, ex Cagliari ed Atalanta, con oltre 370 partite e 18 reti in serie A è il “capolista” di questa impressionante corazzata.
Giocano con il 3-4-2-1 in cui Zamparo, con 3 gol è assieme a Neglia capofila dei marcatori, funge anche da terminale offensivo, soprattutto per aprire spazi ed inserimenti dei vari Guglielmotti (lo scudiero più fidato di mister Diana), Neglia, Lanini e Rosafio.
Come detto è una squadra che subisce poco, 3 sole reti al passivo, seconda miglior difesa dopo il Siena.
Segnano quanto serve per vincere, 13 reti con 7 marcatori diversi, oltre ai “terni” di Zamparo e Neglia, ci sono anche le “doppiette” di Lanini e Rosafio (assente con noi per squalifica), con 1 sol a testa Guglielmotti, Sciaudone e Rozzio.

Buona partita a tutti,
Tore Zappadu