Una sfida all’ultimo bivio quella con una Lucchese che nei 90’ si gioca grandissima parte del suo immediato futuro e un’Olbia in costante attesa del “salto di qualità”.
Pressoché inappellabile il verdetto finale, visto che per i toscani una quinta sconfitta consecutiva significherebbe probabilmente un cambio di panchina e per la società una riflessione sulla “campagna” di rafforzamento più che necessario per una rosa probabilmente troppo risicata.
Per l’Olbia un altro passo falso vanificherebbe in parte la gioia per il successo con Pineto e il rinascere dei dubbi, perplessità e paure che, in questo altalenante inizio di stagione, i ragazzi di Greco hanno dovuto affrontare.
Di sicuro per entrambe le squadre la buona notizia sarebbe il rientro dopo la giornata di squalifica di Benassai nella difesa rossonera e di Dossena nel centrocampo biancolbiese; il condizionale è d’obbligo per Lucchese, per le incerte condizioni di salute del capitano.
Sia l’uno che l’altro sono davvero pedine imprescindibili nello scacchiere dei rispettivi 11.
Come detto Lucchese viene da un camaleontico rendimento di 4 sconfitte consecutive, iniziate al Vanni Sanna contro Torres (0-2) in casa con Pescara (1-4) a Rimini (0-2) e domenica scorsa in casa, con Pontedera con un 1-2, di sicuro il risultato più doloroso di tutti.
Indecifrabile, la trasformazione di una squadra che nelle prime 6 gare senza sconfitte aveva maturato 3 vittorie, una in casa con Pineto (3-0) e due fuori, a Sestri e Recanati ed una quasi-terza, quella pareggiata a Ferrara, finita sì in pareggio ma giocata in due fasi (23 settembre i primi 58’ minuti e l’11 ottobre per i restanti 31’) in quanto sospesa per una bomba d’acqua caduta su Ferrara, con la Lucchese in vantaggio per 2-1 nella prima fase, che in quella giornata sembrava in grado di poter reggere il vantaggio fino alla fine.
Tre vittorie e 3 pareggi, con Perugia e Gubbio per 0-0 e, appunto, il 2-2 maturato a Ferrara.
Da allora il buio più totale, con mister Giorgione che, sia nelle scelte, sia nel modulo ha lasciato più di una perplessità nella tifoseria toscana.
Nelle ultime 4 non ha mai schierato lo stesso 11, con il portiere Chiorra, Gucher e Cangianiello a centrocampo i soli sempre presenti nelle quattro sconfitte.
Nel capitombolo casalingo contro Pontedera, per la prima volta, Giorgione ha schierato una difesa a 3 che, alla resa dei conti, ha avuto davvero poca fortuna e molto meno apprezzamento dalla critica.
Difficile pensare che domani il mister insista in questo esperimento, così appare più che probabile il ritorno al suo 4-2-3-1.
Così, azzardiamo una previsione per la formazione iniziale: Chiorra, Alagna, Quirini, Merletti, Tiritiello, Gucher, Cangianiello, Tumbarello, Guadagni, Fedato, Magnaghi.
Per quel che ci riguarda, noi dovremmo essere bravi a sfruttare i loro punti deboli che, soprattutto nelle ultime prestazioni, si sono evidenziati nella fase difensiva della fascia di destra del loro schieramento.
Attenzione comunque a snobbare una squadra che ha diverse individualità di prestigio e che, anche nelle sue giornate peggiori ha sempre provato con talenti come Gucher, Rizzo Pinna, Magnaghi e Fedato, solo per citarne alcuni, di contrastare avversarie non di poco conto come Torres e Pescara.
Ed è meglio non dimenticare che, nell’era Marino in 12 incontri abbiamo perso 4 volte, pareggiato 7 e vinto una sola volta nella stagione 21-22 con un gol (che ve lo dico a fare) di Ragatzu che dei nostri 9 gol (contro i loro 14) in queste stagioni ne ha segnati 3 e confezionati con assist 2 uno per Kouko e un altro per Ogunseye.
Anche La Rosa, nel pari casalingo (1-1) della scorsa stagione e Biancu (nel 2-1 finale per loro all’andata) hanno timbrato la rete Lucchese.
Nessuno degli attuali componenti la rosa rossonera ha mai violato la nostra porta, eccezion fatta per Magnaghi che il 3 aprile del 2022 alla 35^ giornata, segnò con un sinistro dal limite, il gol del vantaggio ma con la maglia del Pontedera nell’1-1 finale, recuperato da una rete di Emerson, manco a dirlo su punizione.
Oggi noi non abbiamo in squadra il mancino dorato ( quanto ci manca, soprattutto sui corner e i piazzati) di Mister Leggenda (con 41 anni e 245 giorni è ancora oggi il più longevo marcatore delle serie professionistiche italiane) loro invece dispongono di Magnaghi che, nonostante tutto, il vizio del gol non ha alcuna intenzione di perderlo: domenica sugli sviluppi di un corner e l’inzuccata di Tumbarello con ressa sulla linea affollata sulla linea di porta, trova il guizzo dell’attaccante di razza e segna la sua seconda rete stagionale, la quarantesima in 172 partite-

Buona partita a Tutti
Simprie.