STAVOLTA EVITIAMO LA SCONFITTA,

MA SIAMO ANCORA IN ZONA “ROSSA”

Budoni-Olbia 1905 2-2:
Budoni: Manis, Meloni, Nyamekeh, De Rosa, Nnamani, Moretto, Zela (86’ Salvini), Monticelli, Villa, Fontanella, CaggiukHALì (84’ Saiu). A disp.: Cossu, Corsini, Ibba, Cerfoglia, Raimo, Corda e Sanna. All.:Cerbone.
Olbia: Saraò, Doddo, De Cicco, Steri, Ortega, Miceli, Budroni (66’ Capuano), Masia (66’ Moro), Khalìfa Babacar Mbaye, Molino, Falasca. A disp.: Deiana, Secchi, Varrucciu, Ravot, Taras e Peana. All.: Biagioni.
Arbitro: Gosetto di Schio.
Reti: 8’ Villa, 18’ e 78’ Khali, 50’ Fontanella
Amm.: Villa (va in diffida), Caggiu, Saraò (va in diffida), Steri e Molino (va in diffida)
Note: angoli 4-3 per l’Olbia; recupero 1 e 4.

Quando stai male, anche un brodino caldo può darti ristoro. Ed allora prendiamoci questo misero punticino, facendo finta che questa intravista al Pincelli di Budoni sia la strada giusta per uscire dalle sabbie mobili in cui l’Olbia continua ad affogare. Maltrattata da una tramontana fredda ed inclemente la partita è stata troppo drammaticamente condizionata per poter essere valutata sotto l’aspetto tecnico. L’ostico Budoni ha mostrato comunque tutti i suoi limiti e i suoi non pochi pregi, soprattutto là davanti dove il tandem Villa-Fontanella ha spesso suonato una musica indecifrabile per la solita e indefinibile “banda del buco” della difesa bianca.

A proposito. Scotto venne mandato via perché faceva pochi punti (11, vale a dire  1,375 punti a partita) e prendeva troppi gol (16, cioè 2 a partita) anche se ne faceva esattamente altrettanti (16) nella fase di attacco. Di contro Biagioni rimane perché di punti ne ha fatto 12 in 12 gare e di gol ne ha subito “solo” 21 in 12 gare (media 1,75) essendo state le sue squadre capaci di segnarne  17, uno in più del periodo Scotto, ma in 12 gare (1,41 a partita).
Insomma numeri impietosi e da profondo rosso (play out) che comunque, molto probabilmente lasceranno intonsa la panchina olbiese con  Pippo Serreri immancabilmente al posto di Biagioni, ancora ieri espulso, e, probabilmente, in tribuna anche alla prossima. Altri segnali preoccupanti vengono, per l’appunto, dal nervosismo della squadra che, anche questo non va dimenticato, ha collezionato 61 ammonizioni ed ha sei giocatori in diffida, tra cui il suo talento più vivido (Molino) in perenne crisi “adrenalinica” e i due portieri titolari, quello fortunatamente appena rientrato e quello sfortunatamente infortunato.

Questo il quadro clinico della convalescente nostra squadra amata. Per le note positive, segnaliamo sopra ogni altro, il giovane furetto di Rufisque finalmente spedito a supplire il vuoto di quell’area del campo (centro-avanzata) da sempre latitante in questo campionato, sia che venisse ricoperta da punte al tramonto (La Cava) o da punte improbabili (Budroni). Intendiamoci Khalì non è la soluzione dei nostri mali in attacco, perché  centravanti non è, ma è la soluzione che, allo stato, si avvicina più di tutte all’idea ortodossa di punta centrale, anche perché quella abbozzata da Scotto è stata dirottata a Sassari (ci riferiamo al ’97 Murgia). I gol, a Budoni, sono stati la parte più bella della gara assieme alla sventola di Molino sulla traversa che ha fatto venire la “scurrina” a Manis. Gli “autogol” di Miceli prima (il retropassaggio scriteriato che ha portato al rigore) e di Doddo/Saraò (mancato intervento dell’uno, respinta fantozziana dell’altro) sono stati, invece, l’eterno sintomo di una patologia che questa squadra e questa conduzione tecnica sembrano incapaci di tamponare.
Sta di fatto che piaccia o no, l’Olbia ha provveduto “immediatamente” a riagganciare il Selargius con cui condivide adesso l’ultima piazza per i playout, e quindi abbiamo più di una chance per evitare la gogna degli spareggi retrocessione. Che poi non riusciamo a vincere più un derby (l’unico alla prima proprio con Selargius) o che diamo anche segnali inquietanti nell’organico (leggere bene la panchina corta di Budoni per credere), questo alla fine può anche essere solo un dettaglio. Quel che è certo è  che occorre davvero un grande sforzo, molto più costruttivo di quello visto anche a Budoni, perchè i ragazzi l’anima ce la stanno mettendo tutta e questo gli va riconosciuto.
Ma, detto fra noi, tre punticini nelle ultime sette gare, a dirla proprio tutta, non sono neanche… un brodino.
Con l’amore e l’affetto di sempre, ad Majora ragazzi.

Salvatore Zappadu