Ciao Marco, Olbia ti saluta con affetto e amicizia che non mancheranno mai di accompagnarti nel tuo cammino di esistenza, qualunque cosa tu vorrai decidere per il tuo futuro.
Ma non voglio lasciarti andare senza dirti quel che sento, dal profondo del cuore.
Tu, in ogni cronaca in cui ho raccontato le tue gesta, sei sempre stato il mio Kocis (o Cochise); perché anche il tuo aspetto fiero, mi riportava alla memoria l’eroe apache forte e al contempo timido, sempre leale e melanconico. Il Kocis dei miei anni di bambino, innamorato perso (e immerso) nei racconti di Tex Willer. Anche tu come lui, sei stato colpito spesso dalla malasorte, come atleta e come uomo. D’accordo per te, non si è mai trattato di ferite da arma da fuoco, ma i tuoi muscoli, le ginocchia e i legamenti sovente,troppo spesso, ti hanno tradito, rendendoti ancora più malinconico di quanto il tuo viso, in un corpo statuario e fiero, già non facessero intravvedere.
Ed anche la vita, quella che tutti noi ogni giorno dobbiamo affrontare con le ansie o il sorriso, nel piacere o nel dolore, a te sembra aver riservato un sovrappiù di ansie rispetto ai sorrisi ed ai momenti di serenità. Per questo, anche per questo voglio ricordati com’eri, come sei stato importante per tutti noi, per tutti i tuoi vecchi compagni, per noi tifosi, per me inveterato innamorato di una maglia bianca e dei suoi epici protagonisti. Ho scartabellato nei meandri del mio, non piccolo, archivio, per ritrovare un sorriso che Ti appartenesse, un momento d’oro che ricordasse a te, prima ancora che a chiunque altro, CHI SEI STATO per la nostra (TUA) Olbia, la squadra che più di ogni altra ha avuto il privilegio di apprezzare le tue gesta ed il tuo divino talento. Era l’ultima domenica di gennaio del 2016, giocavamo in serie D, contro il Grosseto in casa, una delle big, con le quali a fine campionato ci giocammo (vincendola ) la chance per la promozione in C. Quella importante gara la vincemmo 2-1, con gol di Formuso e Mastinu, ma lo spettacolo di gioco offerto da tutti voi, nonché l’alba radiosa, di uno stile societario che, ancora oggi, ci contraddistingue dalle troppe altre società, davvero molto meno fortunate, mi fecero scrivere: “Stropicciamoci gli occhi, riprendiamo fiato, aggiustiamo i contorni ed osserviamo… l’orizzonte. Un’Olbia così, probabilmente, non l’abbiamo mai vista. E non parliamo solo della squadra e della partita”.
Già, fu in quella occasione, più ancora che in altre, che tutti noi olbiesi capimmo che stavamo iniziando la strada di un progetto che, allo stato dell’arte, è sempre più in grado di portarci lontano.
Di quel mio pezzo voglio riportare anche la nostra formazione:
Olbia-Grosseto 2-1
Olbia: Carboni, Pinna, Florin, Geroni (82′ Steri), Dametto, Miceli, Coloritti (88′ Caciotti), Gallo, Formuso (65′ Caboni), Marco Piredda, Mastinu. A disp: Ciotti, Malesa, Molino, Aloia, Capuano, Cossu. All.: Mignani.
Reti: 6′ Formuso (O); 22′ Vaccaro (G); 66′ Mastinu (rg).
Come ho ricordato tu non eri tra i marcatori, eppure, per la prima ed unica volta, in quella formazione invece di segnare in neretto (come ho sempre fatto) solo i nomi e cognomi di uno o tutti marcatori, segnai solo il tuo, perché quella Tua prestazione fu, per gli occhi e per il cuore, una delle più magistrali che tu abbia mai potuto regalarti e regalarci. In quella domenica mi innamorai definitivamente del progetto Olbia e, nell’articolo, lo confessai candidamente. Ma feci anche un inciso per ringraziare tutti voi ragazzi, i protagonisti di quella impresa, facendovi i complimenti.
E scrissi questo: “I ragazzi sono gli esecutori di quel pezzo di progetto che impone anche la bella figura; Marco Piredda è infatti il tenore solista cui la partitura odierna ha previsto almeno quattro uscite dal “sipario” per ricevere gli applausi e gli Olè degli 8 amici al Nespoli (a proposito stiamo raddoppiando i numeri anche lì).”
Ed a corredo di tutta quella passione, che quel “Tenore Solista” aveva saputo ispirarmi, postai la foto che ripropongo oggi: Giuseppe Mastinu che ti onora baciando i tuoi piedi, onorando il Tuo Talento.
Kocis, Marco ti voglio un mondo di bene, Tutti Noi ti Amiamo e, forse ci capirai, se ti Chiediamo di Non Mollare, di non lasciare che l’ansia sconfigga il tuo sorriso, che il tuo dolore impedisca al Tuo Talento di continuare a dare spettacolo nello sport più bello del mondo, nel quale TU sei e sarai sempre uno dei protagonisti più belli da ammirare.
Ad Majora, Ragazzo…. Un abbraccio Grande,
Tore Zappadu.