…E Cossu è il suo profeta
Olbia-Budoni 2-1
Olbia: Van Der Want; Cacciotti, De Angeli, Miceli (71′ Malesa), Negrean; Vispo, Steri; Mastinu, Cossu, Caboni (60′ Aloia); Formuso (80′ Falasca). A disp.: Mazzoleni, Doddo, Gallo, Deiana, Riehle. All.: Oberdan Biagioni.
Budoni: Saraò; Deiana, Meloni, Segato, Nnamani, Tricoli, Tumbarello (87′ Murgia), Balzano, Giglio, Salvini (69′ Zela), Sanna (75′ Guaiana). A disp.: Picco, Mastio, Farris, De Rosa, Santoro, Foddi. All.: Giuseppe Bacciu.
Reti: 17′ Savini, 48′ e 76′ Giuseppe Mastinu
Espulso: 94’ Nnamani rosso diretto per fallaccio su Aloia.
Ammoniti: Miceli, Steri, Nnamani, Giglio,Tricoli, Cossu
Note: Recupero: 1′ e 4’; spettatori 800 circa, corner 7-4 per Olbia.
Parliamoci chiaro: l’importante era vincere, e non solo per passare feste serene, quanto per non perdere un treno delle alte vette che,
giornata più, giornata meno, sembra non avere trovato ancora una guida ed un primattore indiscutibile. E vinto abbiamo, quindi tutto bene. Per il bello e per il meglio aspettiamo giorni migliori. Perché se contro Ostia aveva vinto il carattere e la compattezza di un gruppo e di una squadra, oggi i nostri santi salvatori sono stati i singoli, i gesti di alcuni dei nostri migliori talenti. E che talenti! Su tutti il Mastinu di Montelepre, rientrato, dopo le botte ricevute a Viterbo, più temprato che mai da cielo in terra a miracol mostrare. Bello, bello, bello e suadente così come il suo mentore, il suggeritore delizioso dal destro magico e felpato Santu Andria de Terranoa, finalmente a disposizione di una platea e di una piazza calcistica che, calcisticamente, lo ha visto nascere e dopo 19anni se lo coccola senatore immenso per classe e professionalità.
Per esperienza so che non è troppo corretto osannare troppo i singoli in un gioco di squadra, ma quel hanno fatto i due sardi a 28 carati (manco a dirlo gli unici due isolani in campo con la vocale U rigorosamente in final di cognome) è stato davvero decisivo per le sorti del derby. E certo non solo perché uno ha postato (due volte) la palla e l’altro l‘ha infilata (due volte) nella rete dell’ex Saraò, il che a dirla bene sarebbe persino più che sufficiente. No, no, non è solo questo. Mastinu con le sue sgroppate e la sua costante pericolosità, Cossu con la sua immensa visione di gioco, la sua voglia di lottare su ogni pallone fino all’ultimo minuto, sono stati il faro per tutti i compagni che, da loro, soprattutto da loro dovranno trovar stimolo per ritrovar passo e sicurezza nel cammino di gloria che, forse non troppo presuntosamente, ci stiamo proponendo.
Perché oggi davvero non tutto è andato bene. Visto che, in una partita complessivamente deludente, l’Olbia nel primo tempo è stata il fantasma di se stessa. Messa male in campo, con Steri (da sempre pilastro inossidabile) che ha rischiato di affogare anch’egli nel caotico incedere di un derby alla viva il parroco, di quelli da palla lunga e pedalare. Alla fine il nostro grande capitano ed il suo fido e, per la verità, sorprendente e bravo scudiero Vispo, sono riusciti a sbrogliare la matassa di un centrocampo in oggettiva difficoltà anche per la inferiorità numerica. Buon per noi che anche il Budoni odierno (validamente rinforzato da un Giglio ed un Segato davvero in grande spolvero) è ancora in fase sperimentale e non è stato in grado si profittare dei nostri bruttissimi primi 45’. Nella ripresa anche per la diversa disposizione in campo di Caboni (comunque sostituito nel suo momento migliore) e la diversa determinazione del tandem sardo con U finale, le cose sono andate come dovevano e l’Olbia non frena la sua risalita ed il Budoni avrà altre occasioni per recuperare il troppo terreno perduto.
E, quindi tutti (o quasi) felici e contenti, ciascuno nel proprio focolare a passare festosi e sereni natalizie giornate e festoni di fine anno. La Befana no, quella è una festa dedicata tutta intera al padre di tutti i derby. E Mastinu e Cossu l’hanno spiegato nella maniera più chiara possibile, anche ai loro compagni. Ed allora Pace e Bene a tutti e che Buona Befana sia, con il 104mo derby della storia di Olbia e Torres.
Ad Majora ragazzi, ora e sempre Olè Olbia Olè.