I L C I E L O I M M E N S O
Olbia-Rieti 1-0
Olbia: Carboni, Pinna, Dametto, Miceli, Cotali; Piredda (93’ Malesa), Gallo, Molino (57’ Caboni),Coloriti; Cossu (78’ Geroni), Molino; Mastinu; a disp.: Ciotti, Cacciotti, Formuso, Aloia, Steri, Florin. All.: Magnini
Rieti: Zonfrilli, Martorelli (75’ Gaeta), Costalunga, Bassini, Ghidini, Battisti, Tiraferri, Tirelli (81’ Giannone), Marcheggiani, Barone (73’ Cericola), La Cava; a disp.: Landi, Celli, Tolomei, Mbounga, Amico, Piras; all.: Paris
Arbitro: Cudini di Fermo
Reti: 72’ Luca Caboni
Note: 80’ espulso Gallo per doppia ammonizione; amm.: Piredda, Costalunga, Marcheggiani, Giannone, Tiraferri; rec. 1’ e 4’; spettatori 1300 circa con grande rappresentanza dei giovani della scuola calcio Olbia.
L’antica signora, festeggia con il botto il suo 110° san Valentino. Strattona, nel senso che lo rende meno ostico del paventato, il Rieti capolista. Compiendo, ancora una volta, una sorta di sequestro “preservativo” della capolista, a vantaggio della suspense nel campionato. Così come due settimane orsono chiuse i conti con l’ex capolista Grosseto. E prima della verifica ulteriore (17 aprile in casa con la Viterbese) lussuriosamente godiamo di questo benaugurante splendido e meritatissimo successo. Ancor più bello perché a regalarlo con una rovesciata d’altri tempi è il giocatore che più di tutti meritava il gol per tutto ciò che ha saputo fare nelle sue 8 presenze (parziali o meno) dal suo arrivo decembrino nel capoluogo gallurese.
Luca Caboni rischiava di farsi venire l’orchite per il giustificatissimo rodimento di “palle” che le sue buone prestazioni finissero spesso con un buon voto in pagella ma con zero reti all’attivo. Il ragazzo di Quartu sembra dire “scusate il ritardo, ma adesso bacio il cielo”. E noi con lui. Perché oggi il suo gol vale tanto oro quanto pesa, perché dietro questo bel gesto tecnico, finalmente vincente, c’è una storia di organizzazione e lavoro suo, dei suoi compagni e della Nuova Olbia che sta apparecchiando (ad ogni livello e con tutto il suo organico) un senso epico alla sua Storia antica e nuovi orizzonti o, se preferite com’è successo oggi al Nespoli, nuovi arcobaleni sotto il cielo del 41’ parallelo di Terranoa. Magnini (virilmente ancora imbattuto) l’aveva detto senza enfasi, ma con la convinzione dei forti “ogni gara- una finale”. E senza alibi (la mancanza, in zona gol, di una punta centrale rapace ancor più che capace) e senza proclami: “non so dove arriveremo, ma noi di sicuro arriveremo”.
E l’Olbia va che è una bellezza, c’è e, da qualche tempo, si Vede e si fa anche sentire. Il troppo tempo perso all’inizio pesa ancora sulla classifica e sugli (nonostante tutto) ancor più lussuriosi sogni per il prossimo futuro. L’attuale sesta posizione è ancora anonima, una di quelle consolazioni di “legno” senza infamia, ma senza alcuna lode. Ma la strada è quella giusta. E quando si pagano tutti i conti con la serietà, il lavoro e la programmazione il futuro non può che essere SPECIALE. Sì, comunque vada sarà speciale.
Questi importantissimi 90’ hanno detto con chiarezza quelle che saranno (da qui alla fine) le ambasce della Olbia-New Age. Rammendata la fase difensiva, succulenta e sovrabbondante la “terra” di mezzo del rettangolo di gioco, scarsa e problematica la batteria degli arieti che lì davanti dovrebbe concludere il gran lavoro delle retrovie per costruire e proporre gioco e palloni da metter in rete. Oggi al palo è restato Steri, il senatore, punto fermo di tante battaglie trascorse e certezza solida per quelle ancora da venire. Piredda (comunque giunto in forma strepitosa alla chiamata dell’Olbia), da regista ha fatto il suo, ma forse lì è sprecato. Solo che la sciarada dei pretendenti al trono, li in mezzo è incredibilmente affollata e di tale spessore e tanta qualità (Cossu, Molino, Geroni, Steri, Gallo, Piredda) che nessun altro può vantare. Questo sarà il piacevole crucio e l’ambascia di mister Magnini ché, ogni volta, dovrà fare meno errori possibili, il resto verrà da sé; se ci scappasse il golletto difficilmente la difesa under si farebbe prendere in castagna. Castiadas è stato solo un episodio e, ne siamo certi, con questo organico la dietro, non succederà più. Queste le certezze di oggi, del doman… si sa, c’è davvero punta certezza. Ma, come diceva un grande reatino del passato Marco Terenzio Varrone: “in un viaggio il tratto più lungo è quello della porta”. E questa vittoria, bella e meritatissima, ha detto con chiarezza che ormai siam fuori dell’uscio. In mare aperto. E che, nella rotta stagionale che porta diritta alla promozione, ci siamo anche noi. Rotta complicata, difficile, quasi utopica, ma anche per questo tanto più divertente ed entusiasmante.
Perciò Ad Majora Ragazzi Ora e Per Sempre OlèOLBIAOlè
Simprie