Una giovane squadra, la più giovane del girone, anche rispetto a noi, un immenso blasone e, comunque, una squadra enigmatica. Di fatto è la seconda esperienza nei campionati veri ed è quindi comprensibile l’altalenante cammino di una formazione che stenta ad avere la sua fisionomia.
Scorrendo i “numeri” e l’evoluzione del gioco forse si capisce il perché.
Lo scorso anno con Zironelli giocavano con 3-4-1-2 che, nelle ultime gare divenne il “rombo (4-3-1-2); quest’anno con Pecchia si è giocato con il 4-3-3, e da Monza in poi con un più equilibrato 4-2-3-1.
Rispetto alla scorso anno, i numeri raccontano comunque di un andamento abbastanza simile, visto che dopo 18 giornate la Juve di oggi ha 22 punti, uno più rispetto all’anno scorso, segnando una rete in meno (19) e subendone (25) una in più.
Lo scorso anno si perdeva tanto (10 sconfitte su 18 gare) rispetto ad oggi (6); di fatto la differenza la fanno i pareggi visto che sono 7 quest’anno, più di un terzo delle gare disputate.
Va anche detto che la squadra ha mantenuto uno “zoccolo duro” dalla scorsa stagione: Di Pardo, Beruatto, Coccolo, Alcibiade, Rosa in difesa; Toure, Zanimacchia, Olivieri, Portanova in avanti.
Per il resto ha parlato un mercato piuttosto consistente, visto che, a suon di milioni, sono arrivati Rafia (Lione), Mulè (Sampdoria), Mota Carvalho (Entella), Frabotta99 (Bologna), Stoppa (Novara), Han (Cagliari).
Eppure, questa Juve, sulla carta davvero fortissima in tutti i reparti, da 6 giornate… non batte chiodo.
Non vince più, visto che delle ultime 6 ne ha perse 3 (Pistoiese, Carrarese, Gozzano) tutte in casa e tre pareggi esterni (Giana, Alessandria e Como). L’enigma sta nel fatto che, nelle precedenti 6 partite, quelle dopo il Monza, la squadra non aveva mai perso (4 vittorie e due pareggi) con un parziale di 14 punti conquistati sui 18 disponibili.
Per 11 volte la squadra è andata in svantaggio, e per 6 volte è stata in grado di rimontare (con 2 vittorie e 4 pari). Probabilmente in primo a coltivare dubbi su questo andamento è proprio Pecchia. La Juve, di questa stagione, è infatti la squadra che ha operato più cambi di tutti (87 sui 90 a disposizione), e, soprattutto, il mister non ha mai fatto giocare due partite di fila con lo stesso 11 al fischio di inizio.
C’è un solo giocatore che può vantare 18 presenze su 18 gare ed è, manco a dirlo, il pezzo pregiato del mercato estivo, vale a dire quel Mota Carvalho che, con 7 reti, è anche il plurimarcatore della squadra; anche se il bomber portoghese ha segnato le sue prime 6 reti, nelle prime 7 partite, ed una sola rete (il suo unico rigore contro Giana) nelle altre 11.
A vederla giocare la Juve, dà la sensazione di essere sempre in grado di proporre il suo gioco e di non essere mai fuori partita. Nelle ultime negative esibizioni, va detto che solo con la Pistoiese (0-2) in casa i bianconeri sono apparsi impacciati ed in difficoltà, anche se la sconfitta è maturata con due reti una sugli sviluppi di un corner e l’altra per rigore. Il disastroso 1-3 con Carrarese è invece frutto di un “dubbio” errore arbitrale che ha concesso un rigore alla Carrarese, che ha di fatto sbloccato la partita (fino a quel momento in perfetto equilibrio) a vantaggio della più “esperta” e inflessibile squadra di Baldini. Ma la sconfitta più amara è quella con il Gozzano che, porta a casa i 3 punti, con un solo tiro in porta, alla fine del primo tempo, quando per un banale errore di Peeters, Rolle del Gozzano conquista la palla e s’invola sulla sinistra regalando un assist al bacio per Bukva, lasciato incustodito colpevolmente da Coccolo e Beruatto.
A scorrere alla moviola le prestazioni dei bianconeri, si scopre che di questi errori banali ed evitabili è lastricato il cammino dei ragazzi di Pecchia. E, comunque sia, dalla nostra prospettiva, c’è poco da stare allegri, perché questa truppa in cui, proprio nell’ultima con Gozzano, ha fatto la sua apparizione in squadra anche Niccolò Fagioli (il “predestinato” emulo di Barella), ha così tante risorse e così forte personalità per meritare il doppio dei nostri punti, un terzo in meno di reti subite, un quinto in più di reti segnate…
Insomma il destino sembra segnato, ma il calcio è imprevedibile e dopo 5 sconfitte consecutive, sarebbe ora di renderlo anche meno abitudinario.
Ad Majora Olbia, Forza Ragazzi… il cammino è ancora lungo, ma bisogna ricominciare la risalita.