Franco “Pelè” Marongiu e Piero “il rosso” Giagnoni, ebbero in sorte di poter esordire nella stessa giornata, nel lontano campionato del 1960-61 il 2 aprile del 1961, si disputa a Roma la 26ma giornata del campionato di serie D.
L’Olbia gioca con l’A.be.te., nella bacheca del bar Nardino De Filippi, il Venerdì compaiono i nomi dei convocati per l’incontro.
Le due giovani speranze, cresciute assieme e, seppur diversi, così intimamente legati sia come calciatori che come uomini, dovrebbero esordire finalmente con la maglia bianca.
All’Isola bianca arrivano entrambi, Marongiu non sta nella pelle, con la sua sacca, arriva a piedi al molo per la partenza, quando il dirigente accompagnatore legge i nomi e prende i documenti si accorge dell’inghippo.
Franco non può partire, essendo nato il 21 ottobre del 1945 non ha compiuto ancora i 16 anni richiesti dai regolamenti.
Deve rimanere a casa “quel rientro a piedi dalla Bianca fino a casa è stata la più cocente delusione della mia vita” il suo esordio è spostato al 14 gennaio 1962, all’età di 16 anni due mesi e 23 giorni.
Piero, il rosso della famglia Giagnoni, invece andò in quel di Roma e, si iscrisse di diritto al club degli esordi Gol, segnò al 18° la prima delle 3 reti (doppietta di Misani) con cui la squadra vinse per 3-0 in trasferta.
Anche Franco, compiuti i 16 anni, esordì con un 3-0, ma a vincere fu il Larderello e Marongiu giocò, a fianco di Piero, sostituendo il grande Misani, e con il grande UGO finirà per condividere la vetta degli alfieri, con i record di presenze nell’Olbia.
Marongiu e Giagnoni sono comunque, agli inizi della carriera, due giovani su cui puntano gli occhi diverse squadre nazionali.
C’è l’interessamento dell’Inter, ma Mariolino Sardo, il presidente, decide di giocare la carta Cagliari. Così i due giovani, accompagnati da Gustavo Giagnoni finiscono nel capo di sotto, alla corte di Silvestri che, di fatto sembra non apprezzare, quando non anche addirittura disprezzare, i giocatori nel loro insieme.
L’Olbia cederà i suoi gioielli in cambio di una promessa, da parte di un grosso notabile della DC sarda, assessore nell’allora Giunta regionale, di un rilevante contributo. la promessa verbale, non venne ovviamente rispettata, sicché l’Olbia rimase senza alcuna contropartita e priva dei due giocatori.
Per Piero e Franco sono comunque gli anni migliori per la crescita del duo delle meraviglie, inanellano partite di allenamento e del campionato giovanile di straordinario livello, stanno anche bene economicamente, guadagnano 40 mila lire al mese, sono nel cuore di tutti i tifosi rossoblu che li vedono giocare, finiscono anche nei pressi della nazionale giovanile, dove almeno Franco farà la sua comparsa, ma non esordiranno mai con il Cagliari.
La società li userà come merce di scambio ed i due dividono le loro strade, che, per la verità, finiranno per ricongiungersi nuovamente proprio ad Olbia. Giagnoni, con diverse squadre, fra tutte lui ricorda molto volentieri il Trapani, vincerà diversi campionati di C, Marongiu, sfortunato anche in questo non vincerà nulla.
Per la verità una volta, con il Cosenza arriva vicino alla promozione in B. non la raggiunse per un episodio storicamente molto controverso, di quelli per la verità che nel calcio del sud Italia succedono spesso. Siamo nel campionato ’66-67: –Il Cosenza all’ultima di campionato è secondo, ad un punto dalla Salernitana cui consentono di recuperare una partita che la squadra campana stava perdendo per 1-0 a Chieti e che, venne interrotta per invasione di campo, proprio dei tifosi salernitani.
In quel recupero sembra proprio che il Chieti non fece per intero il suo dovere e la Salernitana venne promossa.
Il particolare curioso è che in quel Chieti, giocava Feliciano Orazi (futuro mister prozione del 1974-75) che comunque, ogni qualvolta, in seguito, Marongiu provava a stuzzicare le sue confessioni, asseriva di non ricordare niente.
Infine Franco rientrò ad Olbia in uno scambio, finalmente vantaggioso per l’Olbia. Correva l’anno ’68-69, il primo della serie C e Palleddu chiese rinforzi a Pintus. Tra i ragazzi c’era un giovane di grandi potenzialità, Vittorio Petta, allora diciottenne. Lo scambio prevedeva Tampucci, Hellies e Marongiu per il giovane promettente attaccante.
A fine Carriera Franco Marongiu disputerà 331 presenze con 57 reti all’attivo, Piero Giagnoni si fermerà appena sotto quota 100, con 98 presenze e 2 gol, In compenso proprio Giagnoni nel 1981 viene chiamato da Mauro Putzu a guidare la “rinascita” verso i campionati professionistici.
Sotto la sua guida dopo un gran campionatodi “riscaldamento” (3° posto nella interregionale di allora) centro la promozione nel 1982-83 con una promozione strepitosa a 47 punti, il massimo ottenuto da una capolista in quella stagione tra 12 gironi allora previsti. inanellando 18 vittorie 11 pareggi ed una sola sconfitta, alla prima giornata ad Iglesias con il minimo scarto e gol dell’ala sinistra Corda.
Ancora Giagnoni fu presidentissimo di quelle vecchie glorie bianche che, alla fine dell’epoca Rusconi, presero il timone di un’Olbia che nell’arco di poco più di un quadriennio, rientrò a pieno titolo nel calcio professionistico del terzo livello (serie C) dopo 39 anni di assenza.
Tore Zappadu