Olbia-Lupa Roma 1-5
Olbia: Saraò, Malesa, Loddo, Di Gennaro, Peana, Farina, Kozely, Pala (83’ Varrucciu), Pozzebon, Molino (72’ Gallon), Aloia (60’ Ruggiu). A disp.: Abachisti, Melino, Taras, Doddo, Pintus, Capuano. All.: Mauro Giorico.
Lupa Roma: Di Loreti, Pasqualoni, Montesi, Cerrai, Bova (81’ Aspese), Diamoutene, Neri, Perrulli, Leccese (72’ Tajarol), Chiesa (71’ Masciantonio), Raffaello. A disp: Di Filippo, Santarelli, Martorelli, Luciani, Faccini, Capodaglio. All.: Alessandro Cucciari.
Arbitro: Colosimo di Torino.
Reti: 13’ Pozzebon, 28’ Perrulli, 54’ Diamoutene, 58’ Chiesa, 61’Leccese, 78’ Tagliarol.
Note: 750 spettatori. Ammoniti: Diamoutene (L), Kozely, Molino e Pala (O). Espulsi: Kozely, Saraò e Loddo per l’OIbia, Neri e Montesi per la Lupa Roma. Corner: 4-3
SIAMO AL CAPOLINEA. Meglio scendere, perché davvero più in là non si va.
Abbiamo deciso di mettere in rete le immagini, viste da una particolare angolazione, di 4 dei 5 episodi decisivi di una partita diciamo così problematica. Come sempre ci prendiamo le nostre responsabilità è lasciamo ad ognuno di voi la libertà di interpretare quel che si vede che, non sarà tantissimo, ma qualche dubbio comunque lo lascia.
1. Rigore: Farina va nettamente sulla palla ma in scivolata e, quindi, come Loddo a Budoni viene punito perché l’avversario casca. Dalle immagini non è chiaro, come invece lo è stato per Steri, se Pasqualoni si butti o venga comunque preso da Farina. Risultato: il rigore non sarà regalato, ma certo non è dispiaciuto alla Lupa.
2. Espulsione Kozely: fallo di gioco simile a decine di altri mai sanzionati sia per noi (qualcuno) sia per loro (a decine); stavolta invece l’arbitro decide per il rosso. Probabile errore arbitrale.
3. Espulsione Loddo: altro scontro piede a piede di due giocatori che si trovano entrambi di fronte alla palla, fuori Loddo: decisione più che dubbia.
4. Terzo Gol: le immagini sono lontane, ma si vede che in uno scontro con Peana, Chiesa lo lascia a terra, il nostro riceve una gomitata (e quella il viso non se la può inventare) non vista dall’arbitro che era a due passi e nonostante Peana a terra fa proseguire l’azione che neppure il loro grande “far play” riesce a bloccare. Nel prosieguo Chiesa con il terzo gol facile facile, chiude gioco, partita e incontro. In questo caso sbaglia l’arbitro ma, forse, anche i “lupacchiotti” di Cerrai.
È inutile farvi vedere l’azione del gol “fantasma” di Diamoutene (quello del 2-1) quello convalidato dal segnalinee, perché le immagini sono troppo distanti e ininfluenti come prova o indizio.
Ok, visto e detto tutto questo: Adesso Basta! Quel che è stato ieri al Nespoli, probabilmente, è il corollario finale di un periodo particolare di luna storta, quantomeno negli episodi, delle direzioni arbitrali nei nostri confronti. D’ora in poi, anche se dovessero darci 10 rigori contro, in una sola gara, accetteremo il verdetto. Senza fiatare e, magari, con il sorriso del nostro consolidato “terzo tempo”. Non certo per stupidità, ma per obiettiva serietà. Primo perché questo meraviglioso gioco senza gli arbitri non potrebbe esistere; secondo perché nessuno (fino a prova contraria suffragata appunto da prove provate) può pensare alla malafede del direttore di gara. Terzo e, ancora, quarto e quinto per quella antica e sana filosofia del calcio che la dice lunga sul grado di sopportabilità del giudizio calcistico: “rigore è quando arbitro fischia”; “errori e torti, alla lunga si equilibrano”; “ad ogni reazione corrisponde una punizione” e così via.
Riprendiamoci il gusto di pensare solo al pallone. Certo, avremmo come effetti indotti e devastanti di questo carambolesco capitolo del campionato, molte ferite da rimarginare. Ma lo dobbiamo fare con spirito costruttivo, la cosa che mi ha colpito di più negli spogliatoi, alla fine della gara è che, tutti i nostri atleti e la dirigenza al completo, a partire da Pino Scanu, parlava della gara al passato e si tuffava nell’immediato futuro. Pino si sbilanciava con una promessa: Ci salveremo. È vero, per qualche istante, abbiamo pensato di poter essere forti e fortunati come gli altri. Forse forti lo siamo, sicuramente non fortunati. Ed allora meglio pensare positivo e provare a vedere quel che sarà domani, perché il calcio, con la sua altalena di gioie e dolori settimanali, può sempre riservarci una sorpresa meravigliosa dietro l’angolo del prossimo incontro o dell’altro ancora.
Non per niente è il gioco più bello del mondo.
Ad majora
Salvatore Zappadu