Eppoi viene un giorno che, quel piccolo sogno sportivo si avvera. Da 18 mesi attendevo questo momento. Questo pomeriggio, nello sterrato succursale del Pirina di Arzachena, per la prima volta in una gara ufficiale Mbaye Mamadou Lamine, classe 1996, ha indossato finalmente ed a pieno titolo la maglia che tanto aveva anelato. Senza ombra di dubbio, questo giovane attaccante, è l’ingaggio di maggior spessore che l’Olbia abbia fatto in questo mercato di “riparazione”. Il duo Truddaiu-Furrone lo ha schierato nella prestigiosa sfida con l’Arzachena per il girone finale del campionato juniores. Vederlo per me, nella sua prima gara con la nostra maglia, è stato un privilegio oltre che un piacere. Mamadou, a dirla tutta, è una “consolidata” conoscenza degli ultimi tre allenatori che si sono succeduti da un anno e mezzo a questa parte. E tutti, da Giorico, a Scotto e Biagioni ne hanno potuto saggiare il talento naturale. Si tratta di un diamante grezzo che, ovviamente va “raffinato” e fatto crescere senza troppa fretta e tante aspettative, ma che diventa una risorsa da cui nessuno può più prescindere; quello che gli addetti ai lavori ed anche io personalmente, gli abbiamo visto fare lo mette ai nastri di partenza per un futuro che, glielo auguriamo di cuore, non potrà che essere radioso. Questo è il nostro sogno. Quel che è certo è invece che, finalmente, grazie anche all’apporto dei tanti amici dirigenti che hanno seguito la trafila burocratica per il suo tesseramento, la lunga attesa è finita. Ed io, anche per un voto che personalmente avevo fatto ad un amico, ne voglio ricordare uno in particolare, per ringraziarli tutti. Se da oggi l’Olbia ha una carta in più da giocare nel proscenio della sua sgangherata stagione, moltissimo merito lo si deve a Pierluigi Caria che, con i giusti canali e con un solerte e decisivo impegno personale, nel mese di novembre ha “smosso” una pratica burocratica che sembrava definitivamente impantanata e decisamente complicata. Grazie quindi a Pierluigi, grande uomo di sport e tifoso dell’Olbia, e grazie a tutti quelli che, nonostante le complicanze di una trafila burocratica a tratti incomprensibile e farraginosa, hanno regalato a questo ragazzo il raggiungimento di una speranza ed a noi l’inizio di una favola che, ne siamo convinti, farà felici tutti i tifosi bianchi. Oggi come detto ha aiutato, da par suo i coetanei (un gol tanti tiri parati da Raso, diversi assist ed una prestazione comunque più che positiva) nel tentativo fallito di superare l’Arzachena. Da domenica, a cominciare dal Sora, è a disposizione della rosa dei 20 e pronto per un esordio che, anche per le condizioni di “afasia” dell’attacco bianco non può essere rinviato alle calende greche.
Poco importa, infine, se i nostri juniores abbiano perso contro un’Arzachena che ha schierato un parco “giovani” rinforzato (Raso, Gueli, Spina, Samba, Giordano) con alle spalle un’esperienza di 45 gare e 3518’ complessivi in prima squadra soltanto in questa stagione. Di contro l’Olbia “grande” ha pensato bene (o male a seconda dell’ottica con cui vogliamo guardarla) di prestare alla Juniores i soli Taras e Deiana (3 presenze per 43’ complessivi quest’anno). Eppure, nonostante questo divario l’Olbia ha perso di misura (4-3) una gara che avrebbe meritato ben altra sorte; e la sconfitta è arrivata per colpa dei troppi svarioni difensivi e per una marea di palle gol in larga parte sprecate (compreso un rigore) ed altrettante sventate dal ’95 Raso, di sicuro migliore in campo in assoluto.
Insomma non è stata fortunata la squadra dei nostri giovani (Deiana F., Truddaiu, Orecchioni, Deiana M., Putzu, Taras, Fiori, Rhile, Mamadou, Florin e Muresu; nella ripresa sono entrati Vispo, il secondo dei fratelli Rhile, Zentile e Sini), ma di sicuro ha mostrato alcune individualità di “pronta utilità” (su tutti Orecchioni, Rhile, Florin, Putzu e Fiori). Oltre, ovviamente, Mamadou. A ben vedere il futuro non è poi così grigio. Sempre che, lo si osservi e lo si preservi da un’ottica corretta.
Ad Majora giovani talenti di bianco vestiti,
Tore Zappadu.
P.S.: Con la mia inossidabile miopia e la malaccorta imperizia nell’uso del cellulare ho provato a scattare una foto al mio pupillo. Il risultato come vedete è davvero penoso, ciononostante pubblico questa sua prima immagine con la maglia dell’Olbia, a fine partita e con la faccia triste per la fatica e la sconfitta. A suo modo, ne sono più che certo, questo è un documento storico. Auguri ragazzo… di vero cuore.