GUBBIO-OLBIA 1-0
Gubbio (4-2-3-1): Vettorel, Morelli (62’ Casolari), Signorini, Portanova, Mercadante; Rosaia, Mercat (62’ Bulevardi); Spina, Chierico (62’ Corsinelli), Udoh (51’ Di Gianni); Montevago (46’ Dimarco); a disp.:Greco, Tozzuolo, Guerrini, Frey, PIrello, All. Braglia
Olbia (4-2-3-1): Rinaldi; Arboleda (46’ Zallu), Bellodi (33’ Fabbri), Motolese, Montebugnoli; La Rosa, Biancu; Contini, Ragatzu (65’ Dessena), Cavuoti; Scapin (65’ Nanni); a disp. Palmisani, Van der Want, Incerti, Paloma, Mameli, Caggiu.: All,: Greco L.
Arbitro: Mattia Drigo di Portogruaro.
Rete: 71’ Bulevardi (rg).
Note: angoli: 4-5; amm. Arboleda, Contini, Montevago, Di Marco, Chierico, Signorini; rec.:+3’+3’.

NO, NON E’ PER CASO se …..Precipitevolissimevolmente… stiamo dissipando quel po’ di buono che eravamo riusciti a proporre nelle prime 2 gare della stagione.
Siamo alla terza sconfitta di fila, la quarta complessiva sulle 8 giocate e, all’orizzonte, a parte le interessantissime novità societarie sull’arrivo di nuovi “soci e capitali” nell’Olbia srl, tutto quello che si intravvede in campo è la solita solfa deludente di prestazioni incolori e senza alcuna via di uscita. 
Contro questo Gubbio, incerottato e depresso più di noi, abbiamo giocato per il minimo sindacale dello 0-0 che, se fosse arrivato, non avrebbe cambiato di una virgola le troppe perplessità che l’Olbia attuale propone ad ogni gara.

A cominciare dalla panchina, dove il Greco di casa nostra continua imperterrito a riproporci il suo “enfant” preferito, il giovane puntero che, aldilà di un lodevolissimo impegno, al massimo combina qualcosa con quel che la critica usa chiamare “lavoro sporco”.
La verità è che per i primi 65’, ancora una volta, abbiamo giocato in 10 contro 11.
Scapin ci ha provato anche stavolta come sempre con tanta volontà, ma non ha mai concluso un’azione, non vede la porta, negli scambi ravvicinati o di manovra, se ne azzecca uno è per grazia ricevuta.
Al suo attivo di fatto solo alcuni falli e qualche sgroppata comunque sempre abortita, per il resto il suo lodevole “lavoro sporco” è stato semplicemente “lavoro non buono e ininfluente”.

Appena è entrato Nanni, la musica è stata diversa e molto, ma molto più accettabile, anche perché Lui e tutti i suoi compagni di squadra, dopo il rigore concesso al Gubbio abbastanza magnanimamente, hanno tirato fuori le palle e, finalmente, hanno solleticato con convinzione, Vettorel e la sua difesa meritando davvero miglior sorte di quella sancita dall’ennesima sconfitta..
Se Vettorel non si fosse superato sul tocco ravvicinato di Nanni al 67’, se solo l’arbitro avesse visto anche il tocco di Spina sulla caviglia di Cavuoti e concesso anche a noi il penalty al 78’, o Dessena (bentornato campione!) non avesse ciccato l’assist perfetto di Nanni nel finale oggi staremo a parlare di tutt’altra storia, o per esempio fosse rimasto in campo Ragatzu per calciare Lui quell’intrigante piazzato, nella punizione conquistata da Nanni a pochi centimetri dall’area di rigore, al 81’ calciato male e spedito alle stelle da Biancu, comunque autore di una prestazione più che eccellente.

Ed invece, restiamo sempre lì, a macerarci il fegato e constatare che le Olbia “double face” nell’arco di ogni partita di mister Greco, ci stanno “trasportando” nei bassifondi della classifica, dove con tutti i difetti che può avere, questo organico non merita assolutamente di dimorare.
Fortunatamente non c’è molto tempo per piangere, mercoledì abbiamo la Fermana che, vista anche nell’odierna prestazione contro Entella, ha molti più problemi di noi e non dovrebbe essere un ostacolo insuperabile.

A meno di inventarci altre diavoleria e, magari, continuare a giocare in 10 contro 11.
Ad Majora Ragatzi, nunc et semper OlèOlbiaOlè,
Tore Zappadu.