Olbia-Viterbese 2-2
Olbia; Ciotti, Pinna, Miceli, Dametto, Cotali, Gallo (79’ Steri), Geroni, Piredda (72’ Molino), Cossu, Aloia (72’ Doddo), Mastinu; A disp.: Van der Want, Cacciotti, De Angeli, Formuso, Vispo, Malesa; All.: Mignani
Viterbese: Pini, Pandolfi, Fe, Scardala, Pomante, Ansini (46’ Addessi), Cuffa, Bernardo (52’ Invernizzi),Selvatico, Belcastro (76′ Boldrini), Neglia; a disp.: Mastropietro, Perocchi, Pacciardi, Dierna, Nuvoli, De Sena; All.: Nofri
Arbitro: Gentile di Seregno
Reti: 17’ Belcastro, 30’ e 49’ Enrico Geroni; 66’ Invernizzi
Note: Amm.: Pini, Scardala Ciotti, Miceli, Cossu, Doddo; al 20′ Pini para, deviandolo, un rigore a Cossu; Giornata calda primaverile terreno in buone condizioni, pubblico: oltre 1100 spettatori, con rappresentanza dei tifosi della Viterbese-Castrense al seguito.
Vincere? Improbabile.
Perdere? Peggio mi sento!
Con la Viterbese, da due stagioni eravamo sempre stati legnati, stavolta è stato diverso, ma sarebbe potuto essere davvero più divertente. Per questo i dieci, quindici minuti finali, con quel traccheggio che, comunque, ha infastidito il pubblico, sono stati l’emblema di quel che le due squadre hanno rappresentato in questo campionato.
A guardarci dentro occorre dire che questi “undici” si rassomiglino e non poco.
Giocano quel calcio moderno che si adatta anche alla mancanza di un match winner. Nella Viterbese primattrice di questa stagione complessivamente hanno segnato 17 giocatori diversi; nell’Olbia 15, con Geroni ultimo, meritato e graditissimo, arrivato nella compagnia con la doppietta di oggi che, davvero, ha tolto non poche castagne dal buco nel quale rischiavamo di precipitare.
Eh sì, perché mentre per la Viterbese, pur senza stoccatore fisso, non ci sono nè se nè ma, visto il campionato splendido e vincente che sta concludendo; per noi rimane quel pizzico di rammarico che, dovrà giocoforza essere dissolto in queste ultime 3 partite da cardiopalmo. A questa nostra Bella Olbia manca sempre un centesimo per raccogliere un euro, una tessera finale per completare il puzzle. Chi, come noi è abbonato, anche al calcio della tradizione ha sempre creduto che non fosse poi del tutto peregrino conservarci un finalizzatore (Giglio) da area di rigore. Non l’ha pensata così Marino e, forse, non la pensa così neppure Magnini.
E purtroppo la controprova non l’avremo mai.
Di sicuro lasciare in naftalina Formuso, pur bravo ma non quanto Giglio, o puntare tutto solo su Ale-Alo cui, se non gli gira anche quando gioca bene, è difficile chiedergli miracoli: non ha dissipato i nostri dubbi e quelli del nostro pur positivo cammino. Se poi, nel coacervo delle penitenze, ci si mette anche l’inceppatura del piedin fatato del principe di Fonsarda che sbaglia un rigore che, a puntarlo, avrebbe fatto le fortune degli scommettitori di “William Hinn”, allora tutto ti puoi attendere dalla buona e dalla mala sorte.
Certo è che giocare a questo livello con una squadra che non prendeva gol da 7 giornate, tutte vittoriose con ben 14 gol all’attivo, ed alla resa finale, avere come un’amara sensazione di “coitus interruptus” (mi scuso per il licenzioso accostamento), la dice lunga su quanta strada c’è ancora da percorrere per arrivare al piacere fisico ed alla simbiosi perfetta tra questa squadra e la sua gente. Gente, anche questo non è di secondaria importanza, che sta sempre più innamorandosi dei Magnini Boys ed oggi ne è stato un primo grande assaggio.
In attesa dei tempi altri e delle puntate successive.
Arrivando al sodo, quel che c’è di buono e di vero è che: al Rive per la sarabanda finale ci siamo anche noi e che, alla fin fine, sembriamo esser messi persino un tantino meglio di altre concorrenti che annaspano. E non poco. Certo è che Noi, indipendentemente dalle nostre future grane (Ostia Mare, San Cesareo e Budoni) dovremmo essere sempre e comunque l’Olbia per arrivare al traguardo (comunque DECISIVO per una valutazione positiva) di questo piccolo, ma gustosissimo Sogno.
Oggi, con la Viterbese questo è successo, l’altra domenica con Albalonga (a proposito meglio non sottovalutarla) non fu così e non andò nella stessa maniera.
Il resto è nelle mani del dio del pallone, ma noi abbiamo l’anima e la veste candida, siamo gli angeli Bianchi (sempre che passi alla svelta lo sfizio di rinunciare alle nostre maglie) che aspettano di Godere compiutamente di una appendice al campionato che stiamo conquistando sul campo.
Per non interrompere o strozzare nella gola l’urlo di Gioia e Piacere che abbiamo nelle nostre corde e nel nostro petto.
Ad Majora ragazzi, ora e per sempre OlèOLBIAOlè!
Simprie