Quando arriva quella Sorella (così la chiamava S. Francesco) di tutti noi, la quotidianità con cui, troppo spesso a fatica riusciamo a convivere, si spezza e qualcosa di Noi diventa irrimediabilmente perduto.
Ogni vita è unica, ogni morte è speciale. E l’ultima partenza di Domenico Comiti è qualcosa che va al di là dell’ambito familiare.
Lui è stato ed è rimasto un grande dell’Olbia di sempre, e non solo perché ha giocato con grande profitto in una stagione comitiincitaicompagni1mitica (1955-56, in cui fece 26 presenze e 4 gol) resa ancora più “favolistica” per la quasi totale assenza di fotografie di quegli 11 che scendevano in campo la domenica e che riuscirono a conquistare un dignitoso terzo posto nel campionato di promozione sardo. Di quel campionato Domenico, maddalenino come tanti nostri eroi di allora (D’Oriano, Scolafurru, Paoli, Juliucci e tanti altri), fu un protagonista dentro e fuori la scena del rettangolo di gioco. A suo ricordo postiamo una foto speciale; lui è in primo piano nel pubblico (è quello in piedi con le mani sulla ringhiera, con la sciarpa bianca) sostiene i suoi compagni, in quanto in quella partita era squalificato. Ed anche quella gara era speciale, visto che incontravamo il Gallura Tempio che, tra l’altro, vinse quel campionato, ma che in quel giorno prese 4 gol dai compagni di un Comiti festante ed allegro oltreché protagonista seppur in tribuna. Domenico Comiti alla nostra Olbia non ha lasciato solo il ricordo e la memoria, ma ha contributo in maniera ancor più speciale alla storia ed alle glorie della nostra Amata. Suo figlio Francesco (“Checco”) è stato grandissimo primattore di un’Olbia fortissima nei primi anni ’90 (129 partite e 13 gol in quattro stagioni). A Lui ed alla famiglia tutta ed ai suoi cari, giungano le affettuose condoglianze di tutto il popolo bianco e mie personali. Da Domenico ci accomiatiamo con i versi di Antonio Conti, uno dei grandi poeti Maddalenini, dedicati alla sua, alla Vostra stupenda Isula:

…Più s’avvicina
u mumentu di lasciatti
più intensu si fa u dolori
e cresci und’a me anima
u to incantu.


R.I.P. Amico e Cuore Bianco, con affetto Tore Zappadu.