Sono trascorsi ventisei lunghi anni dalla sua scomparsa eppure il dolore ed il rimpianto per la perdita di Bruno Selleri, non si attenuano, oggi su FB è comparsa una sua bellissima foto, che prendo a prestito per corredare questo suo ricordo che, nel sito storico oggi riprende quel meraviglioso ” suo pezzo giornalistico” nel quale, più di chiunque altro, proprio Lui in persona descrive il SUO…AMORE COSI’ GRANDE e che io ebbi il grande onore di renderlo ETERNO nel mio primo libro KENTANNOS sulla storia dell’OLBIA.

Selleriamente
parlando
Pallido pomeriggio di un settembre ormai antico: 9 anni fa. Una 500 fiat (di quelle che ora non si fanno più), due amici. “Rimani, vedrai ti ambienterai.” Palleddu e Renato mi trattennero.
Olbia, dolce terra mia. Adesso è tutto così chiaro, così semplice. Ma prima…
Odio uguale amore.
Altri lo hanno detto ed io lo ripeto. Non ne volevo sentire di rimanere ad Olbia. Quindici giorni da turista, qualche allenamento sul terraccio del Nespoli, mi erano bastati. Via, volevo andare via. Due amici, amici di allora, amici di sempre: Paolo Degortes, Renato Dioni. Non partii. Ritornai sulla mia decisione.
Già qualche anno prima era successa la stessa cosa. Quand’ero militare. Avevo deciso di smettere. I primi calci, come i ragazzi nati nei piccoli centri della nostra Calcitalia, li ho dati nel rettangolo di gioco di Castelmaggiore Bolognese, dove sono nato. Poi il militare e dopo…dovevo smetterla. Invece arrivò la richiesta per Aulla, vicino Massa.
Lì cominciai a vedere il calcio come un mestiere. Nell’Aullese giocai un anno. Facevo copia con Vallongo, il giocatore sardo che ha calcato i campi della serie A, entrambi fummo richiesti dallo Spezia di Albino Buticchi. Piacevo al presidente, un po’ meno all’allenatore. Giocai diverse gare, ma il posto fisso non l’ebbi.
Lo Spezia vinse il campionato. Io fui dirottato a Sarzana. Un altro campionato con la compagine di quel paese e poi… spedito in Sardegna, dove ancora oggi mandano per punizione. Fu Enrico Favilli a fare il mio nome. Allora non avevo certo voglia di ringraziarlo.
Sardegna ieri: troppo lontana da casa mia. Sardegna oggi: casa mia. Il resto è storia di tutti, i miei tanti amici lo sanno. Debbo tutto ad Olbia e ho fatto quanto era nelle mie possibilità per ricambiarla. Ho intuito subito che per capire la gente di qui non era necessario avere la Laurea in Antropologia.
Bisognava essere come loro. Io sono olbiese. Per questo ho dato molta più importanza al rapporto uomo-pubblico che a quello giocatore-folla. Il primo comporta una relazione via, seria e duratura. Il secondo è astratto, artefatto, richiede troppe falsità per poterlo sopportare per troppo tempo. Sono molto legato ai miei ricordi Bianchi; alla prima promozione con Palleddu; alla mia prima esperienza in serie C; ad Enrico, ad “Ugo” (indomabile capitano delle nostre tante ciurme) mi scuseranno i compagni di oggi, se spreco tante parole per i compagni di ieri. Non è uno spreco, ma invece un giusto omaggio per chi ha dato tanto alla maglia che oggi essi indossano.
Ricordo ancora le mie crisi esistenziali, di gioco, di uomo …
La mia firma al passaggio per lo Spal di Mazza, il passaggio alla Ternana, la malattia che non mi permise di andare a Terni ed il rifiuto finale che mi fece decidere di non prendere il biglietto per Ferrara. Oggi sono ancora qui. A lottare. Ho già raggiunto tanto. Fra sette partite avrò disputato 250 incontri per i colori della “mia terra”.
So che davanti a me c’è soltanto “Ugo” Misani. Il suo record è magico, irraggiungibile, 334 in 12 anni. Lo sport è bello anche per questo. Se la salute e la fortuna  mi assistono proverò a farne almeno una in più. Sarà un record di cui non parleranno i grandi giornali, ma sarà sicuramente un modo per ricordare quel magnifico uomo-atleta che era il vecchio Benvenuto.
Quest’anno intanto si compie un altro rito. Il nuovo campionato di serie C è difficile. Comunque ci salveremo. Tutto quello che verrà in più sarà la risposta ai sacrifici che tutti, dirigenza pubblico e staff atletico-tecnico hanno fato e stanno facendo. Voglio terminare ricordando che il più gran regalo che mi ha fatto il pallone è di avere formato la mia vita di uomo. Olbia mi ha regalato la mia maturità, la mia tranquillità ed anche la famiglia; e considerando che ho un fior fiore di moglie ed una meravigliosa bambina, credo proprio che non ci sia altro da desiderare.

Bruno Selleri
Olbia , 26 settembre 1975.

Nota: Selleri non superò mai il record di Misani, fermandosi a 289 gettoni in maglia bianca. Inoltre Bruno ebbe anche altre due figlie, per completare quel quadro di felicità che la sua immatura scomparsa ha soltanto rinviato…in paradiso.