Con la Reggiana abbiamo “incrociato” le sfide 4 sole volte, in due stagioni consecutive: esattamente nel 1976-77 e la stagione successiva ’77-78.
Abbiamo vinto (2-1) una volta, nella prima al Nespoli del novembre del ’76, una gara dominata che avrebbe potuto avere un risultato più rotondo visto che solo in un’occasione, con un tiro cross di Podestà che inganna Salvatici, gli ospiti hanno saputo pungere. Mentre noi, oltre alle due reti su azione corale, di Giuliano Niccolai e di Gianni Baldi, abbiamo avuto diverse altre buone occasioni con Bagatti e Giagnoni.
Al ritorno, in quella stessa stagione, pareggiammo meritatamente per 1-1 a Reggio. I gol entrambi sugli sviluppi di un piazzato e tutte e due nel finale. Prima loro con Podestà all’80’, che questa volta ricaccia in rete una ribattuta di Salvatici sul piazzato velenoso di Savian. Quasi uno stesso copione il tapin del pareggio di Cianchetti che, 5 minuti dopo, sulla fortissima sventola di Ciardella ricacciata in campo dalla traversa recupera la meritata divisione della posta.
L’anno dopo, all’andata ci si rivede ancora al Nespoli per uno 0-0 che, ai “punti” soddisfa più loro che noi, non foss’altro perché i “granata” non impensieriscono mai Salvatici e il “nostro” Boggian (ex reggino, inserito nella cessione-scambio con Bagatti) nel finale prende il palo mancando di un soffio la rete della vittoria.
Poi… sì, poi arriva mesto, tosto ed indimenticabile… quel 1-6 del 16 aprile 1978 a Reggio Emilia.
Non fu, quella, persino la più pesante delle nostre sconfitte, maturate nei 17 campionati della nostra C unica. In quella stessa stagione, prima di quella maledetta 30ª giornata, avevamo collezionato già due catastrofici 0-6.
Il primo a Ferrara il 4 dicembre del ’77, contro la Spal. Risultato che, però maturò in una gara particolare visto che si giocò in due “round”. Il primo, durato solo 75’ con gli estensi in vantaggio per 1-0, e sospeso dall’arbitro per nebbia. Il secondo che, giocato il 22 dicembre, con i regolamenti di oggi si sarebbe dovuto giocare elusivamente per i rimanenti 15’ finali, fu invece rigiocato TUTTO da capo, con altre… 6 reti (quelle buone per il risultato finale) alle spalle di Salvatici.
L’altro 0-6 lo “raccattammo” ad Arezzo, stavolta tutto frutto regolare di soli…90’.
Ma quel “disastro” di Reggio è, diverso, perché è rimasto nella memoria della nostra storia. In quella Reggiana, esordiva quell’anno, un certo Gianpiero Gasperini, ma soprattutto giocava, quello che risultò essere l’assoluto protagonista di quella debacle. Sergio Bagatti (nella foto: il secondo da destra in piedi), giocava da punta in quella Reggiana, squadra guidata da un allenatore anche lui esordiente, Guido Mammi che una decina d’anni dopo arrivò, per un buon biennio, alla panchina bianca.
Sergio, che in quella stagione fu il cannoniere principe della sua squadra, 13 reti in 27 partite, con noi si “scatenò” realizzando un poker più che… doloroso.
Le cronache da Reggio riportano che “al quinto gol, il quarto segnato da Bagatti, l’attaccante ed il portiere avversario si abbracciarono” in quanto “ormai divenuti amici”.
Il fatto è che Giorgio e Sergio amici lo erano veramente, visto che nei due anni precedenti erano entrambi bandiere importanti dell’Olbia di Rambone prima e di Uzzecchini dopo.
Bagatti, proprio l’anno prima di andare a Reggio, aveva collezionato con 12 reti in 34 partite la “sua” miglior raccolta in una stagione bianca. Salvatici, sempre nella stessa stagione 1976-77 in 35 gare incassò appena 33 reti, partecipando attivamente alla quarta miglior prestazione “difensiva” di sempre nei campionati di serie C Unica. Il passivo di 36 reti totali (3 furono a carico di Planetta) di quella stagione sono di poco “superiori” alle 29 reti (stagione 1968-69, con zio Palleddu) e alle prime due stagioni di De Petrillo (-29 nel 1970-71 e -33 l’anno successivo).
Invece in quella drammatica ed ultima stagione di C unica (retrocedemmo in C2 “con merito”, arrivando ultimi), con 67 reti sul groppone (il massimo record negativo, in tutti campionati di C, comunque denominati, compresi persino quelli di serie D).
Per questo e per le conseguenze che ebbe per la stessa “tenuta” societaria (a Pintus due anni dopo subentrò Mauro Putzu, cognato di Bagatti, ed il suo gruppo di giovani soci) quella mitica giornata di Bagatti e della “sua” Reggiana, è e rimarrà un ricordo doloroso ed indelebile della nostra storia sportiva.
Tore Zappadu
