In queste giornate di “clausura domiciliare”…
C’E’ UN PO’ DI SPAZIO PER “RIABBRACCIARE” I RICORDI …
senza alcun obbligo di distanziamento sociale.
Cominciamo con ALESSANDRO VOLPE- articolo del 2010…
Per arrivare all’alba, non c’è altra via che la notte.
Alessandro Volpe, 24 anni a novembre, romano della Borghesiana, nel calcio di notti ne ha dovuto attraversare tante, prima di trovare la sua patria calcistica.
Nasce, da padre laziale, con sangue laziale.
Cresce dai 5 anni con il Colle del Sole, ad 8 diventa laziale per…sempre.
Poi a Terni, ma non gioca.
Infine ad Olbia e diventa il divin mancino: 119 gare con la maglia bianca, di cui 109 in campionato, 27 gol di cui 25 in campionato.
L’Olbia è la sua bibbia. Volpe il suo profeta.
Avere talento non è un pregio, il vero pregio è saperlo usare. Ricorda, con immutato affetto, il suo allenatore nella primavera biancazzurra “con lui vincemmo il campionato nazionale.”
Ad Olbia arriva su suggerimento di Varriale, un altro grande mancino di difesa. È modesto.
È sufficientemente bravo, per permetterselo. Ma non disdegna i sogni di calciatore: “Certo indossare la maglia della mia Lazio; perché no?” Ma, per ora sposa interamente i sogni della sua Olbia.
“Abbiamo tutti fame di playoff.” E pensa anche ai tifosi.
Sa di meritarseli, con tutti i compagni, di cui ha molta stima. “Siamo forti, giochiamo bene, ci crediamo e non temiamo nessuno.”
Puccica gli ha consegnato le chiavi del futuro: “Lui mi ha completato come giocatore, dimostrando che gente come me e Borda può convivere.”
Con il compagno di Casal Bertone e il bomber italo-alemanno, formano un tridente da mille e una notte: “In ogni istante, anche di spalle so sempre dov’è Palumbo. E so sempre dove vuole andare Borda.”
La vera amicizia è quella di chi sa ascoltare i silenzi dell’altro.
Per questo con Ciro, con Dany e Giovanni si trova bene.
Prima dell’allenamento ha provato a sentire proprio Soro, per sapere com’era andata l’operazione al ginocchio (ok, per fortuna). Non tutto è stato semplice, per il bel giovin dagli occhi smeraldo, come il mare che lo circonda.
Fidanzato da sempre, sposato per poco, separato da un po’.
Ci sono momenti dove la disperazione ti fa vedere in bianco e nero anche l’arcobaleno.
Ma lui ha saputo ripartire. Dal futuro, come uomo cerca salute e serenità. Come giocatore, spera di continuare a dare emozioni ed emozionarsi anch’egli. Non cede ai compromessi.
Se chini le spalle verso qualcuno, le volti verso tutti gli altri.
Ha carattere, ma non crea dissidi.
Non si è mai soli, se si è in pochi. Uomo di spogliatoio, lega con tutti, è amico di alcuni.
Chi sa ascoltare non è solo simpatico, ma finisce anche per imparare.
E lui ascolta ed impara da Lillo, da Ciro, da Dany, da Giovanni. Perché loro, i suoi compagni ed amici, sanno che lui, Volpe, ha un sinistro talmente bello che il destro si ferma ad ammirarlo.
Nessun problema, il destro gli serve comunque per camminare.
Salvatore Zappadu