PESCARA-OLBIA 4-0
PESCARA (4-3-3):
Plizzari; Floriani, Pellacani, Mesik, Milani; Aloi, Dagasso, Tunjov; Merola, Cuppone, Accornero; a disp.: Ciocci, Barretta, PIerno, Moruzzi, Staver, Mora, Masala, Vergani. All. Zeman.

OLBIA (3-4-3): Rinaldi; Palomba, Fabbri, Motolese; Zallu, Zanchetta (75’ Dessena), La Rosa, Arboleda (46’ Montebugnoli); Corti, Scapin (36’ Cavuoti- 52’ Mameli), Contini (75’ Ragatzu); a disp.: Palmisani, Van der Want, Incerti, Belloni, Gennari. All. Greco.
Arbitro: Maria Marotta di Sapri.
Reti: 23’ Cuppone, 27’ Dagasso, 45’ Tujov, 51’ Aloi.
Note: angoli 5-2; amm.: Mezik, Contini , Zanchetta e Merola. Rec.: +2’+3’

In campo una sola squadra, nelle panchine un solo (grande) allenatore.
La sintesi è tutta in questa semplice equazione, chi corre di più, con o senza pallone tra i piedi, chi pensa e sa come costruire e finalizzare SEMPRE le azioni ha tutto il diritto di mirare in alto.
Chi si arrocca come una testuggine e non riesce mai ad uscir dal guscio è destinato a subire e perdere senza alcuna attenuante.
Nei 95’ di gioco (mi riferisco aovviamente a quello messo in mostra da loro) mai una volta che uno qualsiasi dei giocatori biancoazzurri di movimento abbia avuto la “necessità” di richiedre l’intervento del portiere per far partite l’azione o collaborare alla stessa, noi che, almeno nelle intenzioni, avremmo voluto verticalizzare ci abbiamo provato (INUTILMENTE) più con i lanci di Rinaldi che con i piedi di quelli più abilitati a farlo.
E quando la palla finiva lì davanti (in poche e rade occasioni) mai che Scapin o Corti riuscissero a gestirla. Una sola incredibile occasione con Contini, ma Plizzari ha chiuso le velleità del nostro “improbabile” risveglio dal …sonno più profondo.
Niente scuse, abbiamo giocato con dei pari età, ragazzi più o meno inesperti come i nostri, ma loro sono i protagonisti entusiasti di un’altra stagione di Zemanlandia, visto che loro e solo loro, hanno un ALLENATORE VERO, un allenatore con i contromarroni.
Il Ciclone Pescara ha colpito pesantemente la zattera dell’Olbia “stravolta” come schieramento, modulo e alchimia tattica per chi sa quale ragione dal nostro giovane e inesperto (se ce lo consente) allenatore, al primo incarico in una categoria che richiede mister patentati di… contromarroni soprattutto per gestire giovani talenti.
Per 95’ siamo rimasti in attesa della loro azione successiva, del loro immancabile tiro in porta, di un loro gol sempre più che probabile: è finita 4-0 grazie a Rinaldi che almeno in tre occasioni ci ha messo del suo per evitare di finire nella….catastrofe.
Lasciamo volentieri ai colleghi che seguono il Delfino, il racconto di una gara che, nella loro ottica, ha qualcosa di magico, prezioso, bello da vedere cioè il calcio che noi, allo stato attuale… Noi, Possiamo SOLO AMMIRARE e con, non poche ragioni, invidiarli per il loro indiscutibile valore.
Abbiamo assistito ad una partita bellissima, giocata solo dalle maglie biancazzurre, con noi in campo da spettatori non paganti a fare da sparring partner di un match che sarebbe potuto finire molto, ma molto peggio di così.
Non so davvero come la società possa interpretare questa catastrofe continua di deprimenti prestazioni e dei risultati conseguenti, in attesa del tanto precononizzato “salto di qualità”.
All’orizzonte nubi fosche e temperature polari per tutti noi inossidabili Biancolbiesi e per una squadra oggettivamente allo sbando.
Ma tra la nebbia e il ghiaccio, aldilà del mare e di Tavolara c’è anche il mercato: Abbiamo da cambiare mezza squadra, soprattutto lì davanti e di sicuro non solo lì.
Per il mister nessun pericolo, è confermato per un altro anno che lo speriamo, più per noi che per la sua carriera, non debba giocarselo in serie D.
Serata triste e deprimente ma sempre OlèOlbiaOlè e
….chi nos intendat su Segnore et….
…No Sarvet Deus…
Barore Zappadu