STAVOLTA SI VINCE


MERITATAMENTE


E… COL SOLITO BRIVIDO FINALE

 

 

capuanoOlbia-Astrea- 4-2
Olbia: Sannino; Ravot, Peana, Varrucciu, Khalì; Capuano (80’ Budroni), Barone, Steri; Oggiano, La Cava (60’ Molino), Mastinu (87’ Masia); all. Scotto; a disp.: Saraò; Loddo, Del Rio Iv., Columbano, Murgia, Taras.

Astrea: Micheli; Pentassuglia (65’ Simonetta), Cipriani, Di Fiordo, Dionisi; Mollo, Di Ventura, Guglielmi (21’ Amico); Travaglini (60’ Cruciani), Giuntoli, Maurizi; All. : Rambaudi;  a disp.: Ciurluini, Sannibale, Di Benedetto, Fazio, Briotti.
Arbitro: Moro di Schio
Reti: 4’ Mastinu; 28’ Maurizi; 55’ Oggiano; 63’ Capuano; 72’ Giuntoli; 93’ Molino.
Note: Espulso per tentativo di aggressione al guardalinee Simonetta;  amm.: Peana (va in diffida), Sannino,  Di Fiordo, Cipriani, Mollo, Amico; corner 2-6 per Astrea: rec.: 1’-6’. Spettatori 40 circa.

La vertigine è davvero paura di volare, soprattutto se nel tuo retrobottega le cose non funzionano a dovere. E l’Olbia che con suo avantreno potrebbe schiacciare e saltare qualsiasi ostacolo, è costantemente bloccata da questo suo ancora evidente difetto d’origine. Insomma, l’Olbia che ti aspetti e quella che non ti aspetti: cantiere continuo, adrenalina a mille, sommommoli allo stomaco, alla fine urla di liberazione, più per paura che non per vero gaudio. Novantasei minuti complessivi di attacchi cardiaci, per tutti quelli (di una o l’altra parte della barricata) che hanno assistito al match. Diciamo subito che con le ossa rotte, stavolta, ne esce l’Astrea che all’89’ sembrava aver riacciuffato una partita che aveva meritamente perso, ma su segnalazione del guardalinee la rete del 3-3 veniva annullata per fuorigioco di Mollo che è l’uomo che dà il pallone per il tapin finale a Simonetta; l’arbitro se ne avvede un attimo in ritardo, ma poi conferma la decisione del suo assistente. Chiaramente nell’analisi della gara per i ministeriali questo episodio diventa decisivo, e vanno rispettate le loro proteste e recriminazioni, non certo la sceneggiata finale dello stesso Simonetta che inviperito tenta di aggredire il segnalinee e viene giustamente espulso (o forse da secondino intendeva soltanto portarlo “al gabbio” per qualche“ chiarimento?).
Ma il match, in tutto il bene possibile e nel male più astruso, l’ha fatto e sfatto l’Olbia. A tratti, soprattutto lì davanti, con devastanti azioni di ricamo intessute prima dai due soli poi, nel finale, dai tutti e tre i suoi inimitabili tenori a disposizione (Oggiano-Mastinu-Molino). A sprazzi (troppi) là dietro una litania di peccati  mortali per una difesa che, soprattutto nelle palle inattive (ogni angolo è un’ora di vita in meno per chi soffre per questo gruppo, i piazzati valgono per un’ora e mezza) non è assolutamente all’altezza delle necessità. È così, per esempio, al 63’ avviene che, nonostante nel frattempo ci si sia mangiati almeno altre 4 palle gol di un soffio, grazie ad un bel guizzo del furetto puro terranovese Ricky Capuano i bianchi si portino sul 3-1, ed allora qualsiasi tifoso normale potrebbe tirare un sospiro di sollievo e pensare alla garissima della A che sta per iniziare a Torino.
Ad Olbia, agli olbiesi questo non è assolutamente concesso. Ed infatti appena 9’ dopo l’arbitro si inventa una punizione di Oggiano in interdizione difensiva (il fallo invece l’aveva subito lui da Dionisi), batte bene Simonetta che da la stura al tapin di Giuntoli nell’unico suo spunto di una giornata, per lui, incolore (grazie a Peana e Varrucciu che lo hanno annullato): 3-2 palla al centro e sugli spalti tachicardia a gogò.
Fortuna che entra in gioco in gioco dal 60’ ancora una volta san Daniele da Ovilò (coprotagonista primario già nel gol di Capuano) e pronto alla fine a chiudere l’ennesimo bellissimo e liberatorio duetto con sua eccellenza reverendissima Señor Fabio “Ciabi” Oggiano di Li Punti zona Baldinca: 4-2, risultato equo e corretto per quel che ha detto l’incontro e per quel che ha mostrato di meritare l’Astrea che, alla fine, ha avuto il solo (non comunque irrilevante) merito di sfruttare le debolezze congenite della compagine di Scotto e con soli 4 tiri in porta (uno parato su piazzato da Sannino) 3 gol (uno annullato per offside) avrebbe portato a casa un punto, probabilmente eccesivo per quel che ha saputo esprimere sul rettangolo di gioco. L’Olbia che, non ha giocato bene, stavolta è stata brava almeno a non ha mollare mai la presa (come aveva fatto con Budoni) e, com’è suo solito, ha vinto perché ha segnato almeno una rete in più. Perché questa, allo stato, non è squadra che porti a casa risultati per l’impermeabilità difensiva. Insomma nel cantiere di Scotto c’è ancora tanto da lavorare e da correggere; ma vincere, e meritatamente, è la migliore delle medicine per risanare e rimediare agli acciacchi nella maniera più adeguata.

Ad Majora, ragazzi.
Simprie.

MASTINUTIRO
Immagini  di Massimo Campus:
Mastinu
sta per sferrare il mancino del primo gol
OGGIANO
Oggiano l’uomo partita con Astrea
MOLINOGOL
Molino, sfrutta il tocco di Oggiano
e infila per la quarta volta Micheli