Domenica a Viterbo, hanno esordito due ragazzi di 19 anni, uno (Kalì) appena compiuti il 6 di settembre, l’altro (Davide) li compie il 12 di ottobre, la domenica in cui l’Olbia gioca a Terracina. È stata, quella proposta da Scotto, una sfida nella sfida. Dalle parti di questi due giovani brillanti zampettava gente del calibro di Nuvoli, Morini, Renan Pippi, Saraniti, come dire 68 reti complessive solo nella stagione precedente. Insomma un esordio nel ruolo delicato delle fasce basse da far tremare i polsi anche ai veterani, ma tutti e due sono stati bravi e propositivi. Sulla fasce, dall’una e dall’altra parte hanno spesso messo in difficoltà i loro blasonati avversari. Per quanto riguarda Babacar Kaliffa, ne abbiamo già parlato, in quanto per lui si è trattato dell’esordio assoluto sia con la maglia dell’Olbia sia in serie D; Budroni è più svezzato e, sicuramente, anche un  pochino più esperto.
autorete1C’è stato però un momento della gara di cui nessuno ha parlato. Non tanto perché non ci si sia accorti dell’episodio, quanto perché in fondo pur nella sua decisiva influenza sul risultato è stato solo un evento sfortunato e maledettamente casuale in una prestazione complessivamente più che positiva. Ne parliamo perché, avendo visto la sequenza delle foto dell’autogol decisivo nella sconfitta del 2-1 di Khalì, abbiamo pensato di proporle come simbologia del dolore. Per dirla tutta, il colpo di testa di Pippi sarebbe finito fuori se non incocciava lo stinco destro di un incolpevole ma sfortunato Khaliffa e, probabilmente, il risultato sarebbe stato diverso.
Tutti hanno assegnato il gol al bravo attaccante brasileiro, anche se purtroppo di autogol si tratta. Nella sequenza di foto di questo episodio, Ci hanno colpito le facce dei nostri ragazzi, di Khalì innanzitutto.
autorete2La sua disperazione, l’incredulità di Sannino, lo scoramento di Mastinu, lo sconforto di Pinna, lo sguardo nascosto ma perso di Peana e Budroni che, quasi con angoscia, si gira dall’altra parte e si stropiccia la maglietta. Ma per appunto e soprattutto, questa foto, ci regala il dolore non solo fisico di Babacar Mbaye Khaliffa, partito da Rufisque, ad una ventina di chilometri da Dakar, per cercare gloria in ciò che sa fare benissimo: giocare a pallone. Ma domenica, per lui c’è stato anche tanto dolore.. Sì il poetico, suggestivo e, alla fin fine, transitorio malore fisico che ti sa dare il gioco del calcio, quando ti colpisce la malasorte.
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Ma, di sicuro, anche questa mestizia, questa afflizione, fa parte della stupenda e romantica elegia del pallone. Ed il viso sofferente di Khalì è pervaso di questa poesia.
Ponziano