Fermo “biologico” per l’Olbia nell’ottava giornata, con Pineto ce la vedremo il 2 di novembre al Nespoli, mentre domenica avremo una “brutta gatta” da affrontare al “Pietro Barbetti”.
Dopo la sosta forzata, è tempo per Noi  di presentare questo 11° confronto tra compagini che, dopo le 6 sfide del vecchio secolo, 2 nel 1958-59 altre 2 nel 1960-61 e 2 nella 1990-91, da 3 anni a questa parte si stanno “confrontando” ogni stagione.
Le statistiche delle 10 sfide, riportano dati equilibratissimi: 3 vittorie Olbia, 4 pari e 3 sconfitte, 7 gol a testa le reti segnate.
Questo oggettivo equilibrio, la dice lunga anche sulla contesa di domenica, in quanto nonostante la nostra claudicante situazione di classifica, non è che alla squadra di Braglia stia andando molto meglio.
Con una gara in più, latitano a metà classifica con 4 punti in punti (12 per loro 8 per noi); hanno perso in due occasioni (le ultime due trasferte di Pescara e Chiavari), vinto tre volte, una in trasferta ad Ancona e 2 in casa con Pesaro e Carrarese, e pareggiato le altre 3: due in casa con Pineto e Fermana e nella trasferta di Lucca; 9 gol fatti, 7 subiti.
Come detto, in casa sono imbattuti, 2 vittorie e 2 pari in questa stagione e l’ultima loro sconfitta al Barbetti è datata 4 marzo di quest’anno alla 30ª di campionato proprio contro l’Olbia di “Daniele Ragatzu” che con un magistrale rigore (nella foto sotto) ci consegnò la prima vittoria assoluta in casa del Gubbio, dopo una partita nella quale il nostro 3-4-2-1 impostato da Occhiuzzi non dette mai un minimo di respiro agli uomini di Braglia con il loro 4-3-3 con cui, di fatto, non impensierirono MAI la porta di Sposito.
Già, il Modulo… uno dei tanti assilli dei mister. Per esempio Braglia, da sempre sostenitore convinto della difesa a 3, ma che tante volte, soprattutto in queste due stagioni eugubine, ha mostrato di vacillare nelle sue certezze.
Domenica per esempio, con Domenico Desimone in panchina (Braglia constava una giornata di squalifica), ha deciso di cambiare contro l’Entella quel 4-2-3-1 che aveva consentito una convincente prestazione casalinga contro la Carrarese (2-0) mai in discussione, per  tornare al più gettonato 3-4-1-2 che, dopo il vantaggio ottenuto alla prima verticalizzazione del Gubbio grazie all’eccellenza di Spina che con una bordata mancina rasoterra potente e precisa, centra l’angolino basso della rete ligure, scompare dai radar della partita, lasciando alla Virtus tempo, spazio e luogo per portare a compimento una rimonta ed i 3 punti meritatissimi.
Nelle 8 gare sin qui disputate, in 6 occasioni Braglia ha optato per la difesa a 3 ed un centrocampo a 5, conquistando 3 vittorie, 2 pari ed una sconfitta, senza mai convincere troppo nella prestazione.
Solo nel 2-3 di Pescara (pur nella sconfitta) nonchè appunto nell’ultima in casa con Carrarese, 2-0 senza se e senza ma anche nella prestazione, ha optato per la difesa a 4 con i due mediani (Rosaia e Mercati) in regia difensiva che propositiva.
Ribadiamo che se è pur vero che a Pescara andò male, col risultato di 3-2 per gli uomini di Zeman, ma va detto che la “resa” ed i 3 punti sono arrivata per via di una prodezza balistica del sinistro di Moruzzi solo al 89’.
A Pescara, così come con Carrarese, oltre alla solidità difensiva, rafforzata nella mediana dal duo di cui sopra, Gubbio ha potuto fruire della vivacità e velocità di ali a “tutta fascia” (Spina e Di Massimo) coadiuvati da Luca Chierico (ex biancolbiese) per supportare sia il puntero di turno, sia nei non pochi tentativi di scardinare in via diretta la retroguardia avversaria. A Pescara davanti ha iniziato Montevago, ma solo con l’ingresso al suo posto di Udoh (altro indimenticabile ex biancolbiese) che, come ben sappiamo, è sempre in grado di garantire sostanza e ritmo utili in tutte le fasi del gioco,  il Gubbio ha ripreso la partita, rimontando l’iniziale svantaggio e portandosi in vantaggio per 2-1.
Udoh l’ha fatto anche  conretamnente, segnando il gol del pareggio e propiziando il momentaneo vantaggio con un’azione personale e l’assist decisivo per Di Massimo.
Contro Carrarese la punta avanzata scelta sin dall’inizio è stato proprio Udoh che, pur rimandeno a secco,  come ci viene raccontato dalla la “critica” rossolbu sulla sua prestazione che sottolinea come ci sia “… da notare l’importanza del lavoro del puntero Udoh che svaria su tutto il fronte avanzato, tiene bene la palla e all’occorrenza è veloce nell’innescare il compagno o infiltrarsi negli spazi. Un centravanti di movimento che si sacrifica e nell’occasione ha messo in chiara difficoltà la difesa della Carrarese”.
Insomma,  nonostante tutti i dubbi legittimi, ho la netta sensazione di capire quale sarà la scelta del rientrante Braglia per imbrigliare la nostra irrefrenabile voglia di “rialzarci” dalla depressione il 3-1 subito a Chiavari ci ha ricacciati.
A Noi il compito di rendere vani i loro piani e inefficace il loro modulo.
Ad Majora, Ragatzi
Tore Zappadu