Olbia-Maccarese 1-1
Olbia: Saraò; Malesa, Peana, Farina, De Cicco; Di Gennaro, Varone (88’ Simeoni); Budroni, Doddo (69’ Capuano), Carboni (69’ Masia); Pozzebon; a disp.:  Sorrentino, Columbano, Varrucciu, Taras, Molino, Corona.

Maccarese: Placidi; Cimini, Pacciardi, Proia, Panitti, Brack, Amico (72’ Mastrosanti), Romondini, Merlonghi, Marcheggiani (78’ Bosi), Ciasca; all. Perrotti; a disp.: Ulissi, Vincenzo, Lorenzini, Schiavon, Petrongari, Tajani.
Arbitro: Lombardo di Sesto san Giovanni
Reti: 45’ Pozzebon; 64’ Marcheggiani
Note: corner 8-9 per il Palestrina; espulso al 67’ per doppia ammonizione Di Gennaro; amm. Varone, Malesa, Peana, Pozzebon, Masia (O) Panitti, Proia(diffidato salta la prossima) (M). Rec.  2’ e 3’.
Difficile dire se si tratti di due punti persi o di un punto guadagnato. Fatta la tara dei consueti errori arbitrali (un gol, o meglio autogol regolarissimo di Panitti, inspiegabilmente annullato contro tutte le norme del regolamento vigente), nonché del gol subito per una colossale incomprensione tra Saraò e Peana, potrebbe davvero essere l’ennesima occasione sprecata. Ma, considerando la forza dell’avversario e del suo indiscutibile predominio territoriale (soprattutto nel primo tempo), meglio tenersi questo primo, in assoluto, pareggio casalingo. L’Olbia, piena dia acciacchi (out di Aloia, Del Rio, Loddo e a mezzo servizio con Budroni e Molino) e di una nuova sindrome (quella del Nespoli?) non ha dato l’impressione di governare gli eventi come, sulla carta, avrebbe potuto essere in grado di fare.
Alla fine va bene anche un punto, visto che, complice una direzione di gara comunque discutibile (il primo dei due ammoniti ospiti è arrivato dopo la quinta ammonizione bianca, ed una miriade di falli, persino fischiati dal direttore di gara, ma mai sanzionati dall’arbitro con il doveroso giallo) e per niente aiutata dal solito guardialinee sardo, cui onestamente e senza alcuna intenzione polemica, prima si decide di interdirne la loro assistenza nelle gare con squadre sarde, meglio ne verrebbe per la regolarità e l’equilibrio nelle valutazioni per gli eventi decisivi per il punteggio finale, sarebbe potuta persino andare peggio.
Anche perché gli ospiti giocano bene e “pressano” duro quanto basta per togliersi d’impiccio dalle sabbie mobili della zona out della graduatoria, con Brack, Proia e Romondini un palmo sopra il…cielo. Per quanto riguarda i ragazzi di Biagioni, alla fine questo nuovo mezzo falso (vista la concomitante sconfitta del Fondi) lascia le cose inalterate, o meglio un tantino meglio per quanto concerne i playoff a meno 10 gare dal termine. Cionondimeno l’Olbia sembra pur sempre l’eterna incompiuta, del vorrei ma non posso, e quindi di difficile interpretazione sia nelle prestazioni compiute che nelle previsioni future. Quindi, di necessità virtù, basta solo attendere per sapere dove si potrà arrivare.
Qualche accenno alle azioni da gol: il primo viene fuori da un piazzato di Carboni con uno spiovente in area che viene girato in rete dalla testa autolesionista di Panitti, l’arbitro sembra assegnare il gol regolarissimo, il segnalinee di Oristano sbandiera un fuorigioco che se anche fosse, e così non è, non darebbe comunque alcun titolo ad annullare l’autogol, per dirla semplice semplice, un’altra perla nei piccoli scandali di un campionato che, mettiamola così, non ci vede comunque fortunatissimi nelle valutazioni dei direttori di gara.

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Nella foto si vede in primo piano Panitti, autore del colpo di testa all’indietro sul piazzato di Carboni che trafigge il suo portiere, il segnalinee di Oristano ha annullato il gol per presunto fuorigioco di Malesa che si dirige verso la porta. Giusto per evitare equivoci, si ricorda che nell’art. 11 del Regolamento del gioco del calcio, è scritto: “La posizione di fuorigioco di un giocatore viene punita solo nel momento in cui un compagno di squadra esegua un passaggio (anche in maniera fortuita) verso l’uomo in fuorigioco e questi entri in contatto con il pallone, oppure, pur non essendo il destinatario, influenzi un avversario o tragga vantaggio dalla propria posizione.” Qualche volta un ripasso, non solo per noi cronisti, non fa male.

Il secondo, fortunatamente non invalidato, viene fuori da una stupenda azione (una delle poche) che parte da Di Gennaro che serve come meglio non potrebbe (ed infatti rimane questo l’unico vero guizzo di classe del nostro capitano) il pendolino Malesa (l’unico fra i bianchi abbondantemente aldilà dell’ottimo) che crossa come meglio non potrebbe per la testina d’oro del bomber Pozzebon il quale, di intuito e abilità tecnica, mette dentro come meglio non potrebbe la sua 16 rete in campionato.

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Il primo gol di Pozzebon Il gol di Marcheggiani

Nella ripresa al 64’ un palla innocua verso Saraò, rimpalla tra il portierone bianco e le gambe di Peana, senza  che nessuno dei due riesca a combinare l’intervento decisivo. Marcheggiani, fino ad allora ben marcato da Peana, approfitta della disattenzione e mette dentro il gollasso che da un nuovo respiro all’asfittica classifica di una squadra che, comunque la si veda, non merita di rimanere nei bassifondi della graduatoria.
Adesso si va a Roma in quel di san Basilio per riprendere, contro il forte Palestrina, il cammino inopinatamente interrotto al Nespoli.
Almeno così si spera. Ad majora, ragazzi.
Simprie