Olbia-Novara 1-2
Olbia (4-3-1-2): Van der Want; Pinna, Bellodi, Pisano, Pitzalis; Vallocchia, Muroni, Biancu (90’ Pennington); Peralta (54’ Ceter); Ogunseye (90’ Maffei), Ragatzu. A disp. Marson, Romboli, Cusumano, Iotti, , Dalla Bernardina, Cotali, Belloni, Gemmi. All. Michele Filippi.
Novara (4-3-1-2): Di Gregorio; Cinaglia (76’ Tartaglia), Sbraga, Rigione, Visconti; Bianchi, Buzzegoli, Bastoni (66’ Nardi); Perrulli (66’ Schiavi); Gonzalez (94’ Bove), Stoppa (46’ Cacia). A disp. Benedettini, Marricchi, Fonseca, , Ronaldo, Zunno, Mallamo. All. Giuseppe Sannino.
Arbitro: Claudio Petrella di Viterbo
Reti: 29’ Gonzales; 52’ Visconti; 70 (rig) su Ragatzu
Note: corner 4-4; espulsi: 80’ Vallocchia e al 94’ Rigione per doppia ammonizione; amm. Pitzalis, Cacia; rec.:+2’/+6’
Ancor prima di raccontare (poco) della partita, comunque molto bella ed avvincente, vinta dalla squadra che ha capito meglio come, quando e quanto fosse possibile spingere sull’acceleratore il “confronto”, comunque condizionata pesantemente da una serata nerissima dell’arbitro Petrella di Viterbo, continuiamo a rappresentare la legittima “rabbia” di chi, piaccia o no, si sente indifeso rispetto a un “furto”.
Il direttore di gara, non da oggi, viene considerato un arbitro all’inglese, ma probabilmente la definizione è un tantino… insufficiente.
Per come ha arbitro ieri sera, Petrella farebbe la gioia degli spettatori, storicamente più “infoiati” del pianeta: quelli di Celtic-Rangers, la secolare sfida irlandese tra unionisti e cattolici che, a modo loro, non ammettono contrasti, diciamo così, troppo “delicati e prudenti”.
Brava comunque, anche perché più esperta, la squadra di Sannino (a proposito dimenticavo di ricordare che, anche lui, sanguigno e vibrante come sempre, alla fine è stato espulso) ha subito badato al sodo, adeguandosi allo “spirito Petrelliano”, forzando ogni intervento, spesso “asfaltando” il diretto avversario, spallando o smanacciando qua e là, con sempre più crescente e proficua immunità.
I nostri, escluso Vallocchia (che proprio per questo ha pagato pegno) diciamo che hanno preferito “preservare” … la gamba. E così è successo che dal bellissimo gol Gonzalez in poi, per oltre 30’ non c’è stata storia, tanto vibrante e, persino, bella da vedersi sia stata la superiorità anche tecnico-tattica degli azzurri. A fine gara, Sannino ha giustamente riconosciuto che la sua squadra ha “mostrato gli attributi” e, occorre dirlo, ha pienamente ragione.
Se, assieme a questo eccessivo “lassismo irlandese”, non ci fossero stati alcuni madornali errori del direttore di gara, niente da obiettare, perché nel calcio vince anche chi osa, chi non ha alcuna paura di farsi o fare male, se a questo aggiungi anche corsa, movimento e ritmo incalzante senza sosta, oltre ad un tasso tecnico invidiabile, dai spettacolo e giustamente vinci con ampio merito.
Uno dei nostri che, di questo clima da “singolar tenzone”, ne ha fatto maggiormente le spese è stato Ogunseye, su cui sempre (o, per fortuna, quasi sempre) Buzzegoli ha avuto buon gioco: al 40’ per esempio su un bel cross di Ragatzu, RobertONE sale fino al cielo pronto a deviar palla di testa verso la rete, ma il capitano azzurro con una torsione del corpo (di quelle che nel basket rischi l’espulsione) lo fa cadere in malo modo dentro l’area, per impedirgli l’impatto col pallone… ma al Nespoli, ieri sera, questo intervento è tutto “oro” per lo spettacolo messo in scena da Petrella, e nessun fallo fischiato.
Petrella, spesso lontano dall’azione, al 43’ assegna la rete a Rigione che, su corner di Perulli “ridisegnato” da Bastioni, insacca sulla linea di porta; non è gol, solo quando il segnalinee gli indica il fallaccio con cui lo stesso Bastoni, scaraventando Biancu a terra, ha arpionato il pallone col sinistro per il tapin del compagno, e questo gesto “tecnico” l’ha fatto con la sua scarpa giusto sulla faccia del nostro millennial.
Ed è sempre, ancora grazie al segnalinee che “vede” la trattenuta Di Buzzegoli dentro l’area e stavolta (69’) non si esime dall’assegnare il rigore.
Ultimo ma non ultimo, il “casus belli” della pantomima finale, quando, nel concitato ritmo della gara, Petrella si trova a circa 40 metri dall’azione, al momento in cui Rigione, per impedire il controllo di Maffei tocca col braccio sinistro nettamente dentro l’area.
Petrella mostra di non aver visto neanche il fallo di mano, non solo la posizione e si dirige verso il suo assistente che, in tutta evidenza, lo ragguaglia, consentendogli di invertire subito la rotta e di assegnare il secondo giallo a Rigione, e di fidarsi, ovviamente, della prospettiva del segnalinee che vede, sbagliando in buona fede, il fallo fuori dell’area.
Peccato, davvero un peccato, che questa bella partita che, anche se solo a tratti, ha fatto vedere cose molte belle fatte dai nostri “virgulti”, comunque giocata e spettacolarizzata ad un livello molto alto per la categoria, sia stata macchiata da questa serata storta di un arbitro che, appena 12 mesi fa, esattamente l’8 aprile 2018, nel derbyssimo Savona-Albissola ne ha combinata una simile (ed in quel caso molto più grave perché quella gara consentì all’Albissola di raddoppiare il gap col Savona, arrivando alla comunque meritata promozione) anche se con ottica rovesciata: le immagini mostravano con chiarezza come il fallo di mano, del terzino Grani del Savona, fosse avvenuto fuori area, ma il segnalinee allora di turno, decise il contrario e Petrella???… in giro per il campo, tanto che nelle immagini televisive arriva nell’inquadratura 5/6 secondi dopo… un eternità, imperdonabile.
Il Savona, chiese la ripetizione della gara per errore tecnico dell’arbitro, ma in serie D, come in C, le prove televisive e il Var non esistono, e Petrella? Beh, lui errori tecnici non ne fa, tutt’al più è sempre colpa, o merito del segnalinee, ché Lui le azioni le segue sempre da vicino.
Siami Sani, alla Prossima
Tore Zappadu