Se c’è una cosa nella quale l’Olbia la gestione Marino si è saputa distinguere è stata lo stile e la misura con cui ha sempre saputo accettare gli andamenti altalenanti che il campo (unico e severo giudice) ha saputo offrire. Nel bene o nel male, tutti compresi staff tecnico e giocatori, non hanno mai superato i limiti del buon gusto nell’esultare per le vittorie, né mai inveito oltremisura nelle sventure contro la sorte, l’arbitro o, peggio, gli avversari. Mai, a mia memoria una caduta di stile.
Fino ad oggi.
Leggo e riporto le ultime tre righe delle considerazioni di mister Filippi, riportate nel sito ufficiale, quando gli è stato richiesto un giudizio sull’avversaria di sabato:
-Sulla Lucchese, giudizio rinviato all’analisi a freddo: “Ero concentrato sulla mia squadra, non mi esprimo sulla loro prestazione. Di certo ho visto un avversario giocare con la testa libera e senza pressioni e, nello sport, giocare senza pressione facilita tutto“.
Ma come si fa? Possibile che una gara andata a male lo abbia reso così insensibile e così cinico. Come fa un uomo, per giunta uno sportivo legato e obbligato, a doppia mandata, all’etica del confronto leale e rispettoso degli avversari, raccontare a se stesso di aver “visto un avversario giocare con la testa libera e senza pressioni e, nello sport, giocare senza pressione facilita tutto“.
Questi ragazzi che abbiamo affrontato domenica, non prendono un centesimo da mesi, non hanno più alcun supporto dirigenziale, amministrativo ed organizzativo di alcun genere. Sono rimasti, solo il DS Obbedio, mister Favarin (peraltro squalificato per tutta la stagione) e mister Langella, ed altri due o tre volontari, a dare una mano ai giocatori che rasano essi stessi l’erba del campo (peraltro in condizioni penose), non possono farsi la doccia, hanno problemi a far quadrare il pranzo con la cena, fanno collette per pagare le trasferte. Non hanno più alcun sostegno medico, e domenica Greselin ha chiuso il campionato per la frattura della Tibia. Non c’è più società e non c’è, allo stato dei fatti, alcuna certezza del domani. Questi ragazzi che, comunque, ci hanno battuto giocando lealmente, lottano per raggiungere la salvezza sul campo, mentre per colpa di una presidenza e società farlocca, sono falcidiati di punti di penalizzazione che, forse il 18 di aprile, potrebbero diventare persino “esclusione” dal campionato, com’é successo alla Pro Piacenza.
E in questo quadro di riferimento, che Tutti, compreso Filippi, non possono non conoscere, il nostro “condottiero” racconta, a “sua giustificazione” che questi ragazzi possono “giocare con la testa libera e senza pressioni e, nello sport, giocare senza pressione facilita tutto“.
“Giocare senza pressione, facilita Tutto?” E di grazia qual era la pressione con cui hanno giocato i nostri? Cosa mai potrebbe esserci di più “preoccupante” della “oggettiva disperazione” dei rossoneri?
Non ho parole, ed allora preferisco riportare quelle, comunque pacate e mature, che ha pronunciato Obbedio il DS della Lucchese: “Vorrei ricordare all’allenatore dell’Olbia, senza polemiche, che se vogliono facciamo a cambio di società e di pressioni. All’Olbia è solo da fare i complimenti per quanto sta facendo, ma i nostri ragazzi stanno facendo i conti per fare la spesa: vogliamo fare a cambio? La cena di stasera ci è stata offerta da un ristorante di Bientina, vicino a Pisa.“
Fraternamente mi auguro che quei “brutti e offensivi” pensieri detti “a freddo” e senza riflettere, possano venir sconfessati “a caldo”, da mister Filippi che, ne sono personalmente sicuro, non pensa in alcun modo le cose che ha detto.
Cionondimeno, se alla sconfitta sul campo c’è sempre la possibilità di rimediare, magari nella partita successiva; per le offese, l’indifferenza e la maleducazione gratuite, c’è un solo modo: CHIEDERE SCUSA.
Tore Zappadu