CON MOLEMARINO E TERRACINA GIOCHIAMO IN CASA AD ARZACHENA
Tra le tante dimostrazioni di affetto e di condivisione venute da ogni dove all’Olbia ed ad Olbia, non può passare senza plauso la squisita disponibilità della Polisportiva Arzachena, che dal presidente Meo Fiorini, al direttore generale Antonello Zucchi, fino allo staff nella sua interezza consentiranno all’Olbia l’utilizzo del glorioso campo Biagio Pirina per le due prossime gare del calendario. È grazie alla loro cortesia che siamo in grado di sopportare il minimo disagio possibile, in quanto i guasti e le conseguenze del disastro del 18 novembre, non avendo risparmiato neppure il Nespoli, ci impediscono in questa contingenza la disputa degli incontri casalinghi sul nostro campo. Domenica 8 e mercoledì 11 l’Olbia si confronterà con le avversarie di turno (Nuova Santa Maria delle Mole, per la gara interna della XV giornata e Terracina, per il recupero delle XIII) nelle migliori condizioni possibili, grazie ai cugini biancoverdesmeraldo ed alla loro storica vicinanza alle vicende umane e sportive di Olbia. Ci sentiremo a casa nostra, non solo perché lo sport è comunanza e condivisione di valori e di agonismo sano e vitale, ma soprattutto perché assieme abbiamo provato e superato tanti momenti di gioia e di tristezza. Grazie al loro affetto ed alla loro amicizia siamo in grado, tutti assieme, di superare nel miglior modo possibile un dolore ed una tragedia che ci hanno segnati definitivamente nella nostra più autentica identità di sardi e di galluresi.
Non suoni quindi strano se utilizzando le rime di Gianfranco Garrucciu, uno dei grandi poeti galluresi, mi permetto di “sfruttare” i suoi pensieri per meglio descrivere questi momenti di solidale condivisione del dramma e della speranza che ci ha sferzato cuore e sentimenti:
…No c’ ha soni di festa /chì no pari mai nata
e allonga li luci /d’antichi fochi di debbii
no so che un debbili filu / liatu a nodu moltu cu la spiranza.
No ha tagnuli stasera / lu silenziu /
de esse pal chissu / chi indrentu intengu liceri
lu scramu insistenti / di l’ultimi lamenti
chi bramani una boci / forsi un’aggjutu
ill’umbri sulittari di lu traggjettu.
(…Non ci sono suoni di festa,/festa che non sembra mai nata/e lontano le luci/di antichi fuochi di terre bruciate/non sono che un debole filo/legato però in modo indissolubile/ alla speranza./Non ha lamenti stasera/il silenzio/forse è per quello/che dentro/sento leggero/il grido insistente/degli ultimi richiami/che bramano una voce/forse un aiuto/dentro le ombre solitarie che corrono al guado)