FRATERNITA’-Come la nostra città, come la nostra gente anche la nostra squadra sta provando a risalire la china. Riprendersi la quotidianità, fatta di gesti, abitudini,famiglia, il bar, gli amici, il gruppo, questa è la vera grande sfida di una terra che non vuol darla vinta alla natura, agli dei malvagi della pioggia e del dolore. In questo senso l’arrivo di dicembre e dei primi segnali positivi dalle abitazioni (che cominciano a riappropriarsi dei loro colori) e dai campi di calcio rallegra il cuore anche se questo cielo perennemente plumbeo vuole ammonirci e impaurirci, quasi intendesse toglierci anche l’ultimo barlume di speranza. Piano, piano davvero, ma la vita riprende il suo corso. Ed i ragazzi in maglia bianca, e lutto al braccio (per non dimenticare MAI) ci hanno mandato un forte segnale di fiducia. E non solo loro per la verità.
GRAZIE– Allegrano il cuore le sensazioni provate dai giovani allievi bianchi accolti dai coetanei e genitori del Fanum Orosei (nella foto i giovanissimi) che, assieme ad una stupenda ed inattesa festa sportiva di amicizia e accoglienza, hanno persino pensato di raccogliere i loro risparmi ed offrirli agli “avversari” in segno di grande comunione fraterna. Bellissimo, commovente e tutto molto sardo. Meno sardo, ma incredibilmente autentico e spontaneo, come tutta la gente italica sa essere, anche il gesto della Pergolettese, con cui qualche volta abbiamo giocato ai tempi in cui si chiamava Cremapergo, ed il cui staff ed giocatori hanno raccolto il pensiero e le offerte per lenire le nostre ferite. E che dire di Alberto Cerrai e della sua Lupa, con cui abbiamo perso e sofferto sul campo sportivo, ma con il quale si è stabilito un rapporto che va ben al di là della legittima rivalità sportiva. Senza clamore, senza comunicati il presidentissimo della Lupa Roma ha pensato bene di devolvere, per i danni subiti dall’Olbia, l’incasso della gara interna con il San Cesareo, vero spareggio per il predominio nel girone. In tanti, tantissimi stanno raccontandoci, con le parole e gesti significativi che meritiamo stima, rispetto e solidarietà. E noi, anche per questo, sempre di più, dobbiamo dimostrala sul campo. Come sta avvenendo. Il nostro grazie più significiativo, d’ora in poi, sarà proprio nel non superare mai i livello del sano e corretto agonismo.
LA PARTITA– Nelle ultime tre gare abbiamo avuto 5 ammoniti, meno di 2 a partita. La media nelle prime dieci fu di 3,3. Nessun espulso in questi tre match (quella di Giorico non conta, perché l’arbitro ha creduto che l’atteggiamento in difesa della madre di Pozzebon presente in tribuna e pesantemente insultata e minacciata, potesse esser un tentativo di reazione contro il pubblico) mentre nelle prime 10 siamo arrivati a 7 cartellini rossi che ci hanno fatto maturare 17 giornate di squalifica. Lasciamo perdere i rigori che, tanto, è una battaglia persa. Insomma, tutti stiamo comprendendo che, anche dopo il 18 novembre nessuno di noi è più uguale a prima. La bomba d’acqua e le morti innocenti ci hanno resi diversi, probabilmente più forti e responsabili. Anche in campo lo scontro con l’avversario non sarai mai una battaglia contro i nemici, ma una sfida a superarsi sportivamente. Sempre e solo questo. Ed ad Isola Liri abbiamo dimostrato di essere davvero sulla giusta via. Abbiamo incontrato una squadra che veniva da un filotto di 8 risultati utili consecutivi, 4 su 4 vittorie nelle ultime gare al Nazareth, tra cui la grande impresa con la Lupa, e che con noi intendeva proseguire la sfilza di vittorie consecutive in casa. Abbiamo combattuto lealmente e ampiamente peritato il pareggio, provando nel finale a portarci a casa la posta in gioco. E questo ci ha permesso di essere ancora lì, tra le prime in classifica, ed abbiamo bisogno di capire un po’ tutti con quale ruolo possiamo rappresentare ai massimi livelli del girone il calcio sardo. Anche ad Isola eravamo in discreta emergenza e, con l’abnegazione di tutti, l’abbiamo superata. Non è mai bello parlare dei singoli, ma Doddo a centrocampo ed Abachisti basso di destra, sono avviati a prendersi tutte le rivincite sulla sorte e i dubbi che meritano, anche perché, non va dimenticato, sono entrambi del 1996. D’ora in poi grazie all’arrivo degli altri, Masia (che ha concluso la squalifica), Loddo, Capuano, Molino etc. saranno un po’ tutti a disposizione per garantire le differenti possibilità di modulare la squadra a seconda delle esigenze. Insomma l’Olbia c’è, è tornata e tutti, noi per primi, abbiamo il dovere di prenderla sul serio.
Perché questi ragazzi hanno fame di GLORIA.
Ad majora, Simprie.
Isola Liri-Olbia 1-1
Isola Liri: Caldaroni, Zeppa, Terra, C. Poziello, Berardi (46’ Cardazzi), Franzese, De Luca, R. Poziello, Caligiuri, Giglio (70’ Caira), Graziani (83’ Tomassi). A disposizione: Della Pietra, Tofani, Basilico, Cirelli, Fiorini, Petrarca. Allenatore: Grossi.
Olbia: Sorrentino, Abachisti, Peana, Varrucciu, Malesa, Doddo (79’ Taras), Farina, Simeoni, Kozely (70’ Aloia), Pozzebon, Gallon (90’ Melino). A disp.: Depperu, Columbano, Capuano, Asole, Musella. Allenatore: Giorico.
Arbitro: Scarpini di Arezzo.
Reti: 19′ Pozzebon, 56’ Rig. Pozziello.
Note: Spettatori circa 400. Ammoniti Terra, Franzese, Caligiuri, Pozzebon. Angoli 5-5, recupero 2′, 5′.