CI SIAMO: Bussiamo alla porta dell’Eden
Budoni-Olbia 0-1
Budoni: Picco, Farris, Meloni, Balzano (76’ Salvini), Nnamani, De Rosa, Tumbarello, Segato, Santoro (46’ Saiu), Giglio, Lamcaj (47’ Mastio); a disp.: Saraò, Zela, Mamadou, Foddi, Deiana, Rizzo; all.: Cerbone
Olbia: Van der Want, Pinna, Cotali, Gallo (90’Malesa), Dametto, Miceli, Cossu (94’ De Angeli), Doddo, Piredda, Molino (87’ Caboni), Mastinu; a disp.: Deiana, Formuso, Aloia, Vispo, Negrean.
Arbitro: Lorenzin di Castelfranco Veneto
Rete: 41’ Daniele Molino su rigore
Note: 40’ espulso Nnamani per fallo da ultimo uomo; amm.: Doddo, Segato.
Per chi conosce uomini e cose della White House, Budoni era il nostro bivio per il futuro senza segnaletica alcuna. Indecifrabile e maledettamente complicato. Alla fine, poco importa come, ma è andata. E siamo lassù in cima, a giocarci alla pari con altri il futuro che conta, quella che ha una sola e chiarissima direzione. Parliamoci chiaro, da subito e senza infingimenti: se vinciamo le due finali che ci attendono, siamo tra i 9 papabili per l’ascesa all’olimpo e, quel che davvero conta, non certo per far da comparse. Abbiamo tutti i numeri e gli attributi che servono per il grande salto. Una società solida ed affidabile, una storia ed un trascorso più o meno recente senza macchia e senza inganni, una piazza che, sotto ogni punto di vista, da anni attende (anche calcisticamente) il take-off verso palcoscenici che non da oggi il territorio e la città che più di ogni altra lo rappresenta occupa persino a livello internazionale.
Questa la cornice ed il contesto nel quale però quel che conta davvero, dalle 16,20 di questo pomeriggio, sono le munizioni che saprà sparare il gruppo di atleti che si confronteranno con sfide che, per moltissimi di loro, rappresentano il vero banco di svolta per un domani fatto di soddisfazioni e prestigio professionale. Tutto, ma davvero tutto è nelle vostre mani. A Grosseto, piuttosto che a Sassari (attendendo l’ufficializzazione della prima avversaria, prima di prenotare i biglietti per il viaggio) o, perché no, a Rieti, l’Olbiabella ha l’occasione per ridefinire, puntualizzare e rilanciare quel che tutti sogniamo, e non da ora, ad occhi aperti.
Non ci sono limiti per chi li accetta.
E su questo assioma dobbiamo fondare le nostre, non poche, chances per venirne fuori alla grande. Tra le tante cose, la stagione conclusa, nonostante i tanti chiaroscuri ha detto anche che non siamo inferiori alle altre concorrenti, sia sul piano delle potenzialità di organico, sia per la consistenza del nostro modello di gioco. Per questi orizzonti di gloria, pur sorvolando a grandi linee, non dobbiamo, comunque, assolutamente dimenticare le difficoltà incontrate anche al Pincelli, dove a tratti abbiamo mostrato più paura e confusione che persuasione e convinzione. Come detto sopra, ci è andata bene, ma è corretto anche dire che abbiamo trovato difficoltà anche al di là del valore degli avversari. E fortunatamente, è soprattutto grazie agli endemici problemi di Giglio e compagni che, persino in superiorità numerica, abbiamo passato il guado tra ansie e fiatone. Dunque, fatta la tara tra opportunità e limiti, occorre guardare tutti nella stessa direzione. Verso quel nuovo orizzonte, laddove anche i sogni fatti relatà, conservano e perpetuano i colori dell’iride e della felicità sportiva. Siamo alla fine della stagione regolare e quindi perdonerete la presunzione. Abbiamo di sicuro, tutte le condizioni per passare i due turni e salutare una categoria che, senza spocchia, sappiamo di non meritare. E voi ragazzi? Grazie per quel che avete fatto finora, ma… Correte incontro alla Gloria.
Siate protagonisti di imprese che non vediamo l’ora di osannare e di registrare a futura memoria, invocando le muse del pallone, ma soprattutto la vostra voglia di realizzare quello per cui fin da ragazzini avete lottato: Diventare Grandi.
Ad Majora ragazzi ora e per sempre OlèOLBIAolè,
Simprie.