….NELLA TESTA (UHH, UHH, UHHH, UH)
Ostia Mare-Olbia 0-0
Ostia Mare: Quattrotto, De Nicolò, Succi, Conti (60’ Piro), Catese, Piroli, Ferrrari (67’ Mastrantonio), D’Astolfo, Vano (78’ Fraschetti), Massella, Maestrelli; 12 Barrago, Cesaretti, Ramacci, D’Antoni, Kikabidze; all. Chiappara
Olbia: Ciotti, Pinna, Cotali, Geroni, Dametto, De Angeli, Cossu, Gallo (64’ Caboni), Piredda (81’ Malesa), Aloia (64’ Doddo), Mastinu; a disp.: Van der Want, Cacciotti, Formuso, Steri, Vispo, Molino; all. Magnini
Arbitro: Panetella di Bari
Note: Espulso per proteste Cacciotti dalla panchina; amm.: Ferrari, Massella, Maestrelli e Dametto; rec.: 2’ e 4’.
Nel calcio Tutto è magia, oppure è Niente.
E questo zero a nulla dice anche più del niente che rappresenta.
La netta sensazione del buio in questo scolorito e inatteso zero a tutto tondo, è più che palpabile, oltre che indigesta, preoccupante e quasi fatale. Inutile pari e visto che per definire il Nulla servono troppe parole, è inutile girarci attorno: stasera, il rischio di restare fuori dai giochi che contano si è fatto più che probabile.
E perché questo non accada serve vincerle, assolutamente vincerle, tutte e due le gare che ci rimangono. Sia quella con San Cesareo in casa, sulla carta semplice (ma sarà così?), sia quella più ostica, nella torcida del Pincelli di Budoni, dove il nostro “sfrattato” Giglio continua a dare dimostrazione del suo immenso peso specifico, anche nella lotta salvezza.
Ma questa è storia anche di ieri.
Perché l’idea era quella di vincerle tutte, anche nelle ultime tre domeniche appena trascorse.
Eppoi abbiamo visto com’è andata.
E quel che sconcerta, ancor di più, è che non sembrano emergere condizioni di mutamento rispetto ad un’apatia che pare aver preso la squadra in queste decisive settimane di fine stagione. Abbiamo difficoltà a fare gol, stentiamo persino a mantenere imperforata la nostra rete ed ogni domenica, tutto è fotocopia di quella precedente. Niente cambia, dentro e fuori il rettangolo di gioco.
Si ha come l’impressione che la discesa agli inferri dell’infortunio di Matheus Coloritti abbia rotto il giocattolo.
Sparito lui, accantonato (?) anche capitan Molino le cose sono andate, oggettivamente in afasia tecnica, perché anche quando riusciamo a concludere le azioni che il nostro fraseggio propone, le risultanze sono abbastanza deprimenti.
Allo stato, queste tre domeniche ci hanno portato dalla certezza pressoché acquisita per lo spareggio finale della roulette russa dei playoff, alla complicazione di una graduatoria nella quale rimaniamo sì dentro, ma appicciati con la saliva all’ultimo posto disponibile.
Non era questo che ci si aspettava, ma di certo non sarebbe sopportabile che finisse anche peggio.
Dice il saggio: Nulla di positivo è sempre meglio del Tutto di negativo. Quindi resettiamo il nostro dekstop e ricomponiamo i nostri file. Ognuno faccia la sua parte, guardiamo a quel che rimane con la consapevolezza che ci giochiamo ben altro che la semplice partecipazione ai playoff che, come detto, non è più neppure così facile e scontata.
E per dirla ancora più facile facile, se è vero come è vero che giocando sempre con lo stesso 11 fatichiamo come nessun altro per trovare la via del gol, sarà pure ora di provare anche qualche correzione in questo undici.
E, col senno di poi, abbiamo persino perso un po’ troppo tempo ad enfatizzare il 2-2 con Viterbese, raccontando financo come pochi siano stati in grado di segnare due gol ai capolista. Detto per inciso che questo non è vero e non solo perché il 3-3 del Cynthia a Viterbo in questa domenica sarebbe stato lì pronto a sbugiardarci, ma è bene ricordare che i vincitori del torneo gol ne hanno preso abbastanza ed anche a grappoli (con Albalonga facendone 7 nei due confronti diretti, ma prendendone pur sempre 5 dagli stessi) ed anche Budoni e Castiadas hanno fatto quel che ha fatto l’Olbia, cioè 2 gol ai giallo blu.
Quindi non è certo la nostra prestazione in quella sfida che può dissolvere i dubbi di una squadra che ha una stramaledetta difficoltà ad andare in gol e che, anche questo non è del tutto scorretto ricordarlo, anche quando ha avuto in mano l’occasione del penalty (sempre con Viterbese) è stata in grado di non sfruttarla cambiando, stavolta sì, rigorista, forse nel momento e nell’occasione meno opportuna. E lo diciamo con tutta l’immensa stima per Andrea Cossu e la sua indiscutibile grandezza, ma se nelle precedenti 11 occasioni sia Molino che Mastinu non hanno mai steccato una volta che una il rigore a disposizione, probabilmente è stato azzardato cambiare scenario in una situazione talmente delicata.
Comunque, tornando sul tema, se è vero quel che si dice da quando il calcio è diventato di dominio pubblico, vale a dire che “squadra che vince non si cambia”, avrà pur una qualche validità anche l’assioma contrario? Ed allora: perché non cambiare squadra che da tre gare, non vince e, di fatto, non convince?
A buon intenditor… nient’altro da segnalare, se non l’augurio e l’incitamento che, da sempre, ci stimola a pensare al domani con speranza, accantonando le delusione del nostro oggi.
Quindi Ad majora Ragazzi, ora e per sempre OlèOLBIAOlè.
Simprie
P.S.: Nell’attesa, faccio come suggerisce Gazzè:…incrocio le dita e mi bevo un caffè. Anche se nella TESTA.……