Albalonga-Olbia 1-0
Albalonga: Leacche; Micaloni, Sandroni, Panini, Mioni; La Terra, Traditi, Marinaro, Corsetti; Castro (69’ Rotunno), Cruz (69’ Pintori). A disp.: Matera, D’Orazi, Cannoni, Cannillo, Zanette, Monteforte, Guaita. All.: Gagliarducci
Olbia: Ciotti; Pinna, Dametto, Miceli, Cotali; Gallo (72’ Caboni), Geroni, Cossu, Mastinu; Piredda (87’ Molino), Aloia (72’ Capuano). A disp.: Deiana, Cacciotti, De Angeli, Steri, Negrean, Malesa. All.: Mignani
Arbitro: Acanfora di Castellamare di Stabia
Rete: 86’ Pintori
Note: Amm: Castro, Aloia, Mastinu, Miceli
Spettatori 200 circa. Angoli: 3-2 per l’Albalonga. Recuperi: 0′ e 4’ .
Voglio trovare un senso a questa cosa, anche se questa cosa un senso non ce l’ha! Voglio trovare un senso a questa sera, anche se questa sera un senso non ce l’ha!
Voglio trovare un senso a questa tranvata, anche se questa tranvata un senso non ce l’ha!
E forse non tocca soltanto a me, a noi cronisti dare o trovare spiegazioni ad una delusione così cocente. Perché se avessimo perso perché gli albanensi fossero stati più forti e più bravi sarebbe stato più semplice e ancor più logico trattare di una sconfitta che giunge nel momento meno atteso e meno indolore del campionato.
Invece ci accorgiamo di essere nudi di fronte ai luoghi comuni (“abbiamo contenuto bene i loro attaccanti” “abbiamo perso per un episodio” etc. etc.) e di non riuscire a trovare la giusta definizione ad un approccio probabilmente sbagliato. Se sono vere le considerazione su un avversario tosto (ne ha rifilato 5 al Lanusei nella gara casalinga precedente) è vero anche che quest’Albalonga fosse anche più che abbordabile: perché non possono essere solo sei episodi quelle pappine prese all’acquedotto con la Torres oppure, giusto per rimanere in tema, le 3 cucuzze, che gli abbiamo rifilato all’andata.
Evidentemente nel considerarla così inossidabile abbiamo peccato di “attendismo” ed eccesso di zelo; può anche essere (lo dico con molta umiltà) che così facendo abbiamo finito per fare il loro gioco. In questa bella e suadente Olbia, che stiamo imparando ad apprezzare ed amare col cuore e con le viscere, ci sono alcune cose complicate da mandare giù. E, vista l’età e l’eccessiva stagionatura del sottoscritto, probabilmente sono fuori luogo anch’esse. Cionondimeno, ho difficoltà a capire perché in una logica di “nessuno ha il posto fisso” tocchi sempre a Steri rimanere fuori, oppure perché ieri abbiamo rinunciato ad uno dei migliori frutti del nostro più che ottimo bigoncio, quel Molino che dovunque a questi livelli (e non solo) sarebbe inamovibile quanto meno come prima scelta.
Magari stava male, magari è stato davvero sacrificato per via della brutta botta di Coloritti e quindi nella logica perversa di quella astrusa regola degli under “ammazzagiovani” che questo assurdo regolamento impone. Magari è così, ma forse se avessimo perso con Molino in campo, non avrei da lamentarmi ed avrei usato anch’io i luoghi comuni, invece dobbiamo attaccarci agli specchi e perder qualche minuto per raccontare anche un’altra storia.
Per esempio quella di Andrea Pintori, un ragazzino nuorese che per saggiare la prospettiva di coronare il suo sogno di
Andrea Cossu e Andrea Pintori nell’Allievi dell’Olbia |
giocatore venne ad Olbia e imparò, insieme ad un suo coetaneo cagliaritano con nome uguale ma cognome (Cossu) diverso, tutti i modi per calciare e per vivere dal pallone. Anche all’epoca i mister non vedevano di buon occhio i “pedatori” dai piedi docili e fatati, soprattutto se giovani e (perché no) sardi. E così accadde che solo uno degli Andrea esordisse con la maglia bianca, poche presenze e pochi minuti, ma tanto bastò per rendere storica ed umana una vicenda sportiva della nostra amata che, proprio in questa stagione sta completando quell’epilogo stupendo delle magie bianche di Andrea Cossu. Per Pintori non è stato come avrebbe dovuto essere. Quest’inverno però, a cavallo dell’arrivo di Marino e soci, il suo procuratore era in pianta stabile ad Olbia, parlò con me durante un allenamento alla Basa, non sapendo chi fossi, né io glielo dissi, ma gli consigliai come e cosa fare. Andrea voleva venire, probabilmente ne aveva parlato anche con l’amico di sempre, quell’Andrea cagliaritano che già era in procinto di completare il grande salto. Ma l’offerta del bravissimo Pintori non venne presa in considerazione e così lui non arrivò mai alla Basa e noi… abbiamo perso una partita forse decisiva per il nostro immediato futuro.
Anche questo è il calcio, nel quale per esempio compie anche una sua significativa rivincita quel Francesco Gagliarducci che, ai tempi mai rimpianti di Pochesci, venne a chiudere, in maniera comunque non esaltante, la sua carriera calcistica proprio ad Olbia. Anche lui da ex, come vuole l’eterna storia del calcio, si è presa la sua bella soddisfazione di batterci, anche se da allenatore, in questo caso senza alcun dubbio, giovane, bravo e capace. A noi, come abbiamo detto all’inizio, resta l’amaro di una tranvata… che non ha senso. E allora (chiedo ancora aiuto a Vasco): Sai che cosa penso ? Che se non ha un senso, Domani arriverà…
Domani arriverà lo stesso, Senti che bel vento, Non basta mai il tempo, Domani è un altro giorno arriverà…il Viterbo…
Ad majora ragazzi, ora e per sempre OlèOlbiaOlè.
Tore Zappadu